C’è un’ape sulla bottiglia: la certificazione necessaria ed efficace

La certificazione richiede investimenti economici non indifferenti ma a noi non ci interessa perché guardiamo al futuro dei nostri figli e a chi verrà.

La sostenibilità, sia ambientale che sociale, è la base del  progetto della nostra azienda che rimane  fedele alla propria identità d’eccellenzainfatti è stata certificata SQNPI  già nel 2019 per la parte dei vigneti e biologica per la parte dell’ allevamento delle lumache e di prodotti ortofrutticoli (per questi ultimi lo saranno da settembre 2020).

C’è un’ape sulla bottiglia: il miglior riconoscimento

Un riconoscimento importante per l’azienda, che certifica l’utilizzo di mezzi produttivi e di difesa delle coltivazioni dalle avversità, in grado di ridurre al minimo l’uso in vigneto di sostanze chimiche di sintesi e di razionalizzare pratiche come la fertilizzazione. Questo ci ha permesso di far vivere in simbiosi la lumaca e le viti senza che prodotti utilizzati in vigna potessero farle morire.

Spesso si trovano lumache durante tutto l’ anno adese alle foglie di vite oppure deposizioni di uova di lumaca alla base della vite proprio perché circa una volta ogni  due mesi lavoriamo la terra in interfilare e a volte togliamo l’ erbaccia a mano quindi senza usare diserbanti e questo le fa sopravvivere e anche nascere.

C’è un’ape sulla bottiglia: perchè sono importanti?

Abbiamo anche molte api che vengono a fare il loro lavoro e da questo otteniamo un vino fantastico con sentori di frutta molto delicati.

Questo si traduce, in concreto, in una serie di regolamentazioni nell’uso dei prodotti e nelle pratiche di coltivazione. Soprattutto la quantità dei prodotti è strettamente regolamentata, non solo gli antiparassitari, ma anche i fertilizzanti e persino l’acqua di irrigazione. Ci sono poi limitazioni nelle pratiche agricole di gestione del suolo, per minimizzare il rischio di fenomeni erosivi e aumentare la fertilità. L’obiettivo è eliminare gli sprechi ed evitare dispersioni che sul lungo periodo, anche se non si ripercuotono sul prodotto finale, incidono sul terreno. I controlli vengono effettuati da enti terzi in campo, sui macchinari, in cantina e ovviamente sul prodotto finito tramite analisi da laboratori certificati.

Fino a quando non c’è l’ ok dall’ ente certificatore che ha svolto le analisi non si imbottiglia.

Il consumatore finale deve avere la tranquillità di bere un vino ottimo sotto tutti gli aspetti.

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