• Cinque sempici e deliziose ricette con il Prosecco

    Cinque sempici e deliziose ricette con il Prosecco

    Benvenuti nel mondo del Prosecco, dove il vino frizzante italiano si unisce alla cucina per creare un’esperienza gastronomica unica e indimenticabile. In questo articolo, esploreremo cinque semplici e deliziose ricette che mettono in risalto le qualità aromatiche e il gusto vivace del Prosecco, trasformando ogni piatto in un’opera d’arte culinaria.

    Il Prosecco, con le sue bollicine vivaci e il suo carattere fruttato, aggiunge un tocco di eleganza e freschezza a qualsiasi piatto. Dalle classiche bevande come il Bellini ai piatti principali come il risotto al Prosecco e gamberi, queste ricette offrono una varietà di modi creativi per incorporare questo vino versatile in cucina.

    Che tu sia un cuoco esperto alla ricerca di nuove ispirazioni o un principiante desideroso di sperimentare, queste ricette ti guideranno attraverso un viaggio culinario che celebra il meglio del Prosecco e della cucina italiana. Che si tratti di un’occasione speciale o di una serata informale tra amici, il Prosecco si presta perfettamente a una vasta gamma di piatti, garantendo sempre un’esperienza gustativa memorabile.

    Preparati a deliziare i tuoi sensi con sapori vibranti, profumi invitanti e un’atmosfera di festa che solo il Prosecco sa creare. Sia che tu stia pianificando una cena romantica per due o un banchetto festoso, queste ricette ti offriranno un’esperienza culinaria che sicuramente conquisterà il palato di chiunque. Buon appetito e salute!

    Ecco cinque sempici e deliziose ricette che utilizzano il vino Prosecco come ingrediente principale:

    1. Cocktail Bellini

    Il Bellini è un cocktail classico a base di Prosecco e succo di pesca bianca. È un drink fresco, frizzante e delicatamente dolce, ideale per le giornate estive o come aperitivo raffinato. Il Bellini è stato creato per la prima volta a Venezia, Italia, negli anni ’30, al famoso Harry’s Bar. La sua creazione è attribuita al proprietario del bar, Giuseppe Cipriani.

    La ricetta originale del Bellini prevede l’uso di succo di pesca bianca fresco, purè o sciroppo di pesca bianca, che viene miscelato con Prosecco in parti uguali. Il cocktail viene quindi versato in un bicchiere da champagne e può essere guarnito con una fettina di pesca per un tocco decorativo.

    Il Bellini è diventato un’icona nel mondo dei cocktail, amato per la sua semplicità, eleganza e sapore rinfrescante. È diventato popolare in tutto il mondo e è spesso servito in occasioni speciali, eventi e feste. La sua storia e il suo status di classico cocktail italiano ne fanno una scelta apprezzata sia dai bevitori occasionali che dagli appassionati di mixology.

    Ingredienti:

    • 120 ml di succo di pesca
    • 240 ml di Prosecco
    • Fettine di pesca per guarnire

     Istruzioni:

    1. Versa il succo di pesca in un bicchiere da champagne.
    2. Aggiungi lentamente il Prosecco al succo di pesca.
    3. Mescola delicatamente.
    4. Guarnisci con una fettina di pesca.
    5. Servi fresco.

    2. Risotto al Prosecco e Gamberi

    Il risotto al Prosecco e gamberi è un piatto ricco e gustoso che combina la cremosità del risotto con il sapore frizzante e aromatico del vino Prosecco e la dolcezza dei gamberi. È una deliziosa variante del classico risotto italiano, perfetta per occasioni speciali o per un pasto gourmet a casa.

    È un piatto elegante e pieno di sapore, che sposa perfettamente i profumi del mare con l’aroma fruttato del Prosecco. Servito caldo e appena preparato, è un’esperienza culinaria indimenticabile che sicuramente delizierà i commensali.

    Ingredienti:

    • 320g di riso Arborio
    • 400g di gamberi sgusciati
    • 1 cipolla tritata
    • 750 ml di brodo di pesce
    • 250 ml di Prosecco
    • 50g di burro
    • Sale e pepe q.b.
    • Prezzemolo fresco tritato per guarnire

    Istruzioni:

    1. In una pentola, soffriggi la cipolla con il burro fino a quando diventa traslucida.
    2. Aggiungi il riso e tostalo per qualche minuto.
    3. Versa il Prosecco e lascia evaporare l’alcol.
    4. Aggiungi gradualmente il brodo di pesce caldo, mescolando di tanto in tanto.
    5. Quando il riso è quasi cotto, aggiungi i gamberi e continua la cottura fino a quando il riso è al dente.
    6. Aggiusta di sale e pepe e guarnisci con prezzemolo fresco tritato prima di servire.

    3. Zabaione al Prosecco

    Lo Zabaione al Prosecco è una variante del famoso dolce italiano Zabaione, che è una crema a base di uova, zucchero e vino. Nel caso dello Zabaione al Prosecco, il vino utilizzato è il Prosecco, un vino bianco italiano frizzante molto popolare. Questa versione aggiunge un tocco di freschezza e vivacità al tradizionale Zabaione, grazie alle note fruttate e leggermente effervescenti del Prosecco. È un dessert delicato e piacevole, spesso servito come fine pasto in occasioni speciali.

    Ingredienti:

    • 4 tuorli d’uovo
    • 80g di zucchero
    • 100ml di Prosecco

    Istruzioni:

    1. In una ciotola resistente al calore, sbatti i tuorli d’uovo con lo zucchero fino a ottenere un composto chiaro e spumoso.
    2. Aggiungi il Prosecco e mescola bene.
    3. Metti la ciotola sopra una pentola con acqua bollente (a bagnomaria) e continua a sbattere finché la crema si addensa leggermente.
    4. Rimuovi dal calore e servi caldo o freddo, guarnendo con frutta fresca se desiderato.

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    4. Spiedini di Frutta al Prosecco

    Gli Spiedini di Frutta al Prosecco sono un dessert leggero e raffinato che unisce la freschezza della frutta con il gusto vivace del Prosecco. Per prepararli, la frutta viene tagliata a pezzi e infilzata su spiedini. Successivamente, viene immersa in una marinata di Prosecco, zucchero e talvolta anche succo di limone o altri aromi a piacere. Lasciati in ammollo per un po’ di tempo, gli spiedini assorbono il sapore del Prosecco e diventano ancora più gustosi e fragranti. Questo dessert è perfetto per occasioni speciali o per aggiungere un tocco di eleganza a una tavola estiva.

    Ingredienti:

    • Frutta fresca a piacere (fragole, uva, ananas, kiwi, etc.)
    • 250 ml di Prosecco
    • 50g di zucchero

    Istruzioni:

    1. Taglia la frutta in pezzi e infilzala sugli spiedini.
    2. In una pentola, scalda il Prosecco con lo zucchero fino a quando lo zucchero si scioglie completamente.
    3. Versa il Prosecco zuccherato sopra gli spiedini di frutta.
    4. Lascia marinare in frigorifero per almeno un’ora prima di servire.

    5. Sorbetto al Prosecco

    Il Sorbetto al Prosecco è un dessert rinfrescante e leggermente alcolico che combina la cremosità del sorbetto con il gusto fruttato e frizzante del Prosecco. Il risultato è un sorbetto dall’aroma fresco e vivace, perfetto da gustare come dessert o come intermezzo durante un pasto.

    È particolarmente popolare durante le stagioni calde per rinfrescarsi e deliziare il palato con un tocco di eleganza.

    Ingredienti:

    • 250 ml di Prosecco
    • 100g di zucchero
    • Succo di limone
    • Scorza di limone grattugiata

    Istruzioni:

    1. In una pentola, scalda il Prosecco con lo zucchero fino a quando lo zucchero si scioglie completamente.
    2. Aggiungi il succo di limone e la scorza grattugiata.
    3. Versa il composto in una macchina per gelato e segui le istruzioni del produttore.
    4. Se non hai una macchina per gelato, versa il composto in un contenitore e mettilo nel congelatore, mescolando ogni mezz’ora fino a quando è congelato.
    5. Servi il sorbetto freddo, guarnendo con scorza di limone grattugiata.
  • Enoturismo autentico: viaggiando tra vigneti e tradizioni

    Enoturismo autentico: viaggiando tra vigneti e tradizioni

    L’enoturismo è una forma di turismo incentrata sull’esplorazione delle regioni vinicole e sulla scoperta dei processi di produzione del vino. Coinvolge visite a vigneti, cantine e luoghi legati alla cultura del vino, oltre a degustazioni e esperienze culinarie. Questo tipo di turismo permette ai visitatori di immergersi nella storia, nelle tradizioni e nei paesaggi legati alla produzione vinicola di una determinata regione, offrendo un’esperienza educativa e appagante per gli amanti del vino e della cultura locale.

    Esplorare i vigneti

    Questo viaggio di emozioni inizia attraverso i vigneti, dove ogni passo rivela una nuova storia. Navigare tra le vigne, avvolti dal verde lussureggiante delle viti, è un’esperienza che nutre l’anima. I vigneti, con le loro fila ordinate di vite che si estendono all’infinito, sono la tela su cui è dipinta l’arte del vino.

    Questa arte si manifesta nella cura meticolosa dei viticoltori, nell’armonia tra il terroir e le varietà di uve coltivate. Ogni fase del ciclo vitale, dalla potatura alla vendemmia, richiede maestria e dedizione, dando vita a vini che sono veri e propri capolavori sensoriali. L’arte del vino si esprime anche attraverso la fermentazione, l’invecchiamento e la degustazione, dove si scoprono sfumature di gusto e aroma che raccontano il carattere unico del territorio e il talento dell’enologo.

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    Degustazioni intime

    Le degustazioni in luoghi autentici sono il cuore pulsante dell’enoturismo: i vini locali e i prodotti della terra regalano un assaggio autentico della cultura e della tradizione culinaria della regione, offrendo un connubio perfetto tra sapori, profumi e storia.

    Ogni sorso rivela l’essenza del territorio, raccontando storie millenarie attraverso i sapori complessi e gli aromi seducenti dei vini locali.
    Attraverso la guida esperta dei sommelier o dei produttori locali, i partecipanti hanno l’opportunità di esplorare una vasta gamma di vini, scoprendo le caratteristiche distintive di ciascun vitigno e il terroir che li ha generati. Le degustazioni offrono un viaggio sensoriale attraverso la cultura del vino, arricchendo il palato e lasciando ricordi indelebili di esperienze gustative uniche.

    Incontri con i produttori

    L’autenticità dell’enoturismo si trova nei volti e nelle storie dei produttori locali. Durante il vostro viaggio tra i vigneti, avrete l’opportunità di incontrare questi appassionati custodi della tradizione vinicola, ascoltare le loro esperienze, conoscere le loro tecniche di produzione e condividere la loro passione per il vino.

    Questi produttori non solo condividono le loro conoscenze sul processo di produzione del vino, ma anche le storie di famiglia tramandate di generazione in generazione. Attraverso conversazioni appassionate e visite guidate nelle cantine, i viaggiatori possono comprendere appieno l’impegno, la dedizione e l’arte che si celano dietro ogni bottiglia di vino. Questi incontri non sono solo esperienze educative, ma anche momenti di condivisione e di scoperta delle radici culturali e della passione che anima il mondo del vino.

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    Immersione nelle tradizioni

    L’enoturismo non riguarda solo il vino, ma anche le tradizioni che lo circondano. Durante il vostro viaggio, avrete l’opportunità di immergervi nella cultura locale, partecipando a feste tradizionali, festival enogastronomici e riti secolari legati alla vendemmia e alla produzione del vino. Queste esperienze vi porteranno a comprendere appieno il legame profondo tra il vino e la cultura delle comunità locali.

    Dalle feste della vendemmia alle cerimonie di benedizione dei vigneti, queste tradizioni celebrano il ciclo vitale delle viti e l’importanza del vino nella vita delle comunità. Ogni regione vinicola ha le proprie usanze e riti, che riflettono la diversità del terroir e delle varietà di uva coltivate. Le tradizioni del vino non solo onorano il passato, ma anche arricchiscono il presente, offrendo un’esperienza autentica e coinvolgente per i visitatori desiderosi di immergersi nella cultura vinicola locale.

    La magia delle cantine

    Le cantine vinicole sono veri e propri santuari del vino, dove la magia dell’arte enologica si materializza in ogni angolo. Entrare in una cantina è come varcare la soglia di un mondo segreto, dove il tempo sembra fermarsi e ogni bottiglia racconta una storia unica. Le mura di pietra testimoniano secoli di tradizione e passione, mentre le botti di legno emettono un profumo avvolgente che riempie l’aria. Qui, tra il silenzio solenne delle cantine e il suono lieve delle gocce di vino che si affacciano dalle botti, i visitatori possono assaporare i vini più pregiati e scoprire i segreti della loro produzione.

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    L’enoturismo quindi è molto più di un semplice viaggio tra i vigneti. È un’esperienza che coinvolge tutti i sensi, trasportandovi in un mondo di bellezza, tradizione e passione per il vino. Che siate appassionati di vino o semplicemente in cerca di una nuova avventura, un viaggio nell’enoturismo vi lascerà con ricordi indelebili e un profondo apprezzamento per la magia del vino e delle sue radici.

  • Uva Glera: il segreto dietro il Prosecco perfetto

    Uva Glera: il segreto dietro il Prosecco perfetto

    In questo viaggio attraverso il mondo affascinante dell’uva Glera ci immergiamo nelle sue radici storiche e nelle sue caratteristiche botaniche uniche. Da secoli questa varietà di uva ha giocato un ruolo fondamentale nella produzione di uno dei vini spumanti più amati al mondo: il Prosecco.

    Le Origini della Glera

    Le radici della Glera affondano profondamente nella storia e nella terra fertile del nord-est Italia, in particolare nelle regioni del Veneto e del Friuli Venezia Giulia.

    Risalendo nei meandri del tempo, scopriamo che il nome “Glera” ha antiche origini, derivante dalla lingua latina, dove “glarea” indicava la ghiaia, una caratteristica del suolo su cui prospera questa varietà d’uva. Le prime tracce documentate della Glera risalgono al XVII secolo, quando i coltivatori locali iniziarono a riconoscere il suo potenziale nella produzione di vini leggeri e vivaci.

    Originariamente coltivata nella regione del Veneto, la Glera si è lentamente diffusa anche nelle vicine colline del Friuli Venezia Giulia, dove ha trovato terreni simili adatti alla sua crescita. La sua resistenza alle malattie e la capacità di adattarsi a una varietà di condizioni climatiche hanno reso questa uva una risorsa preziosa per i viticoltori locali. I terrazzamenti delle colline venete e i suoli ricchi di calcare del Friuli Venezia Giulia hanno fornito l’ambiente ideale per il suo sviluppo ottimale.

    Le influenze del terroir si riflettono chiaramente nel Prosecco, il vino spumante prodotto principalmente con uva Glera: i terreni ghiaiosi delle colline venete e i suoli calcarei del Friuli Venezia Giulia contribuiscono alla mineralità e alla freschezza del Prosecco, mentre il clima mite e le escursioni termiche giornaliere favoriscono la maturazione equilibrata dell’uva, preservando al contempo la sua acidità naturale.

    Oltre alla componente geografica, il terroir della Glera è arricchito dall’interazione tra l’uomo e la natura. Le pratiche agricole tradizionali, tramandate da generazioni di viticoltori, si combinano con le tecniche moderne per garantire la sostenibilità ambientale e la qualità del prodotto finale.

    Il terroir della Glera è dunque molto più di un luogo fisico; è un’esperienza sensoriale che cattura l’anima del territorio e la trasforma in un nettare frizzante e vivace, degno di celebrare ogni momento di gioia e convivialità.

    La Trasformazione in Prosecco

    Ma cosa rende così speciale l’uva Glera? Le sue caratteristiche botaniche offrono un’interessante finestra sul suo fascino unico. La Glera è nota per i suoi grappoli compatti e le sue bacche sferiche, che conferiscono al vino una freschezza e un fruttato distintivo. La resistenza ai parassiti e la capacità di adattarsi a una varietà di terreni e climi hanno reso la Glera una scelta popolare tra i viticoltori.

    Il vero punto di svolta per la Glera è arrivato con la sua trasformazione in Prosecco: grazie alla sua acidità bilanciata, al suo profilo aromatico e alla sua versatilità in cantina, la Glera si è affermata come la varietà principale per la produzione di questo celebre vino spumante. Oggi, il Prosecco è sinonimo di allegria, celebrazione e convivialità in tutto il mondo, portando con sé il fascino intrinseco della Glera.

    Ma non tutti i vini spumanti sono Prosecco, e non tutte le uve Glera diventano Prosecco. Nel corso dei secoli, il processo di selezione e di affinamento delle tecniche di vinificazione ha portato alla definizione rigorosa dei criteri che definiscono il vero Prosecco. Dalla denominazione geografica controllata (DOC) alla denominazione di origine controllata e garantita (DOCG), il Prosecco autentico è un riflesso dell’impegno e della passione dei suoi produttori.

    Uva Glera oggi

    Oggi, l’uva Glera continua a essere una protagonista indiscussa nella produzione del Prosecco, mantenendo salda la sua connessione con le sue radici storiche e geografiche. Attraverso secoli di coltivazione e di evoluzione, la Glera è diventata un simbolo di orgoglio e di tradizione per i viticoltori del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, il cui impegno e la cui dedizione hanno contribuito a plasmare il carattere unico e l’inconfondibile gusto del Prosecco moderno.

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  • Vinitaly 2024: l’evento enologico imperdibile

    Vinitaly 2024: l’evento enologico imperdibile

    Dal 14 al 17 aprile, Verona diventa la capitale mondiale del vino, trasformandosi in un palcoscenico incantevole dove le eccellenze enologiche italiane e internazionali si incontrano e si esibiscono in degustazioni, workshop, eventi esclusivi e molto altro ancora.

    Con la sua 56ª edizione, Vinitaly 2024 si presenta più affascinante che mai, pronto a stupire e deliziare i suoi visitatori con un’esperienza unica e indimenticabile: ogni sorso è un viaggio attraverso le terre d’Italia e del mondo, un’esperienza sensoriale che coinvolge tutti i sensi e lascia un’impronta indelebile nel cuore di chiunque abbia la fortuna di partecipare.

    Innovazione e Tradizione

    Vinitaly non è solo un momento di festa e convivialità, ma anche un’occasione straordinaria per scoprire le ultime tendenze del settore, incontrare i migliori produttori e conoscere da vicino le storie dietro ogni bottiglia. Tra workshop guidati da esperti del settore, sessioni di degustazione guidata e incontri con i protagonisti del mondo del vino, Vinitaly 2024 offre un programma ricco e coinvolgente che soddisferà anche i palati più esigenti.

    In un mondo in continua evoluzione, dove le tecnologie e le tendenze di consumo cambiano rapidamente, questa fiera si pone come un punto di riferimento per l’industria vinicola, offrendo uno sguardo privilegiato sulle ultime novità e sull’avanguardia della produzione vinicola.

    Durante Vinitaly 2024, infatti, i visitatori avranno l’opportunità di scoprire le ultime tendenze nel mondo del vino, dall’utilizzo di tecnologie innovative in cantina alla ricerca di nuovi approcci alla vinificazione e alla conservazione. Workshop, seminari e dimostrazioni pratiche condotte da esperti del settore offriranno una panoramica completa delle nuove frontiere dell’enologia, consentendo ai partecipanti di esplorare le potenzialità e le sfide del futuro della produzione vinicola.

    Ma non dimentichiamo le radici profonde della tradizione enologica italiana! Ogni bottiglia esposta e ogni sorso degustato racconta una storia di passione, dedizione e rispetto per la terra e le sue tradizioni secolari. Attraverso incontri con i produttori, degustazioni guidate e masterclass condotte da enologi rinomati, Vinitaly celebra e preserva l’eredità enologica italiana, promuovendo la valorizzazione dei vitigni autoctoni e il rispetto per il territorio e l’ambiente.

    Aree tematiche di Vinitaly 2024

    Quest’anno la manifestazione sarà divisa in varie aree tematiche:

    • Vinitalybio è la sezione dedicata al vino biologico prodotto sia in italia sia all’estero
    • International Wine è dedicata alla produzione internazionale arricchita da numerose degustazioni. Tra i paesi presenti si troverà Austria, Slovenia, Spagna, Serbia, Croazia, Argentina, Turchia, Sudafrica e molti altri.
    • Vinitaly Tasting è un evento di degustazione in collaborazione con DoctorWine by Daniele Cernilli
    • Vinitaly Design è legato alla promozione del vino: dai bicchieri agli arredi per le cantine, i ristoranti e le enoteche. Anche quest’anno si rinnova “Vinitaly Design Award” con lo scopo di evidenziare il miglior Design del vino, dei distillati, dei liquori, delle birre e dell’olio extra vergine d’oliva e di premiare e stimolare lo sforzo delle Aziende e dei Designer al continuo miglioramento della propria immagine.
    • Micro Mega Wines è una nuova iniziativa per le aziende che hanno piccole produzioni di alta qualità, da vitigni sia autoctoni che internazionali.
    • Enolitech è il salone internazionale che si occupa della tecnologia applicata alla vitivinicoltura, all’olivicoltura e al beverage.

    Informazioni su Vinitaly 2024 – Salone Internazionale dei vini e distillati

    Vinitaly 2024 è alla 56a edizione. Vinitaly 2023 ha ospitato oltre 4.000 espositori da 143 nazioni, 125.000 visitatori, 33.000 buyer esteri e oltre mille top buyer.

    Vinitaly 2024: dal 14 al 17 Aprile 2024, dalle 9:30 alle 18:00
    Dove: Veronafiere
    Scarica la MAPPA DELLA FIERA
    Calendario eventi: https://www.vinitaly.com/calendario-eventi/
    Website https://www.vinitaly.com
    E-mail info@veronafiere.it

    Biglietti

    I prezzi dei biglietti per Vinitaly 2024 sono riservati ai professionisti del settore e sono disponibili solo con acquisto online:

    • Biglietto giornaliero: Euro 120,00+ Euro 6,00 di costi di commissione
    • Abbonamento Vinitaly 2024: Euro 260,00 + Euro 13,00 di costi di commissione
    • Biglietto per visitatori con disabilità: gratuito

    I biglietti per Vinitaly 2024 possono essere acquistati solo dai professionisti del settore previa registrazione obbligatoria e indicazione della data della visita. Una volta riscattato il biglietto per Vinitaly non è possibile effettuare cambi di nominativo o data della partecipazione alla fiera. È possibile acquistare i biglietti per Vinitaly 2024 esclusivamente online, non sono previste casse sul luogo dell’evento. Non è possibile acquistare biglietti per i minori di 18 anni, anche se accompagnati all’evento. Sono disponibili dei biglietti gratuiti per Vinitaly 2024 per i visitatori con disabilità.

    Vinitaly and the City 2024

    Gli appassionati non professionali possono partecipare al fuorisalone “Vinitaly and the City 2024”, il fuori salone con degustazioni, incontri ed eventi nel cuore di Verona. Ecco i luogi degli eventi di Vinitaly and the City 2024:

    • Piazza dei Signori
    • Torre dei Lamberti
    • Cortile Mercato Vecchio
    • Cortile del Tribunale

    In sintesi, Vinitaly rappresenta l’incontro tra innovazione e tradizione nell’enologia, offrendo un’esperienza unica che coniuga il meglio del passato con le sfide del futuro. Sia che tu sia un professionista del settore alla ricerca delle ultime novità nel mondo del vino, sia che tu sia un esperto enologo desideroso di approfondire le radici storiche della tua passione, Vinitaly è il luogo ideale per esplorare il connubio tra innovazione e tradizione nell’affascinante mondo dell’enologia.

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

  • Prosecco: origini e curiosità

    Prosecco: origini e curiosità

    Se sei un appassionato di vino sicuramente sei un amante del Prosecco, il celebre vino spumante italiano amato da molti per il suo gusto fresco e fruttato. Ma sai veramente tutto sul Prosecco? Questo articolo ti porterà alla scoperta delle origini e di  alcune curiosità affascinanti che potresti non conoscere su questo delizioso vino.

    Origini antiche

    Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il Prosecco non è un vino nato ieri. Le radici del Prosecco affondano nel passato, risalendo addirittura all’epoca romana. È interessante notare che già allora si produceva un vino simile al Prosecco nelle fertili colline del Veneto, dove il clima mite e il terreno ricco di minerali favorivano la coltivazione dell’uva.

    Tuttavia, è nel medioevo che il Prosecco inizia a guadagnare notorietà, con le prime menzioni documentate che risalgono al XVI secolo. In quei tempi, il vino Prosecco era apprezzato per la sua freschezza e la sua spuma leggera, tanto che i nobili veneziani ne facevano spesso sfoggio durante le feste e le cerimonie.

    Nel corso dei secoli successivi, il Prosecco ha attraversato varie fasi di sviluppo e diffusione, fino a diventare il rinomato vino spumante che oggi conosciamo e amiamo. Le sue antiche origini conferiscono al Prosecco non solo una storia ricca e affascinante, ma anche un legame profondo con il territorio e la tradizione enologica del Veneto.

    Denominazione protetta

    Il termine “Prosecco” è protetto da una denominazione di origine controllata (DOC) e, dal 2009, anche da una denominazione di origine protetta (DOP). Nel 2009, infatti, l’Unione Europea ha riconosciuto il Prosecco come una denominazione di origine protetta, stabilendo rigorose regole e criteri di produzione che devono essere rispettati per poter utilizzare tale denominazione. Questo significa che il termine “Prosecco” è strettamente legato a una precisa area geografica di produzione, che comprende parti del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia. Solo i vini prodotti in queste zone e ottenuti da specifiche varietà di uva, principalmente la Glera, possono fregiarsi del nome “Prosecco”.

    Questo sistema di protezione assicura non solo la qualità del vino, ma anche la tutela delle tradizioni locali e dei produttori che da generazioni si dedicano alla coltivazione dell’uva e alla produzione del Prosecco. Grazie alla denominazione protetta, i consumatori possono essere certi di acquistare un prodotto genuino e di alta qualità, riflettendo così l’eccellenza enologica delle terre venete e friulane.

    Differenza tra Prosecco e Champagne

    La distinzione tra Prosecco e Champagne va oltre il semplice nome e si estende al processo di produzione, alle caratteristiche organolettiche e alle tradizioni culturali. Mentre entrambi sono vini spumanti amati in tutto il mondo, esistono differenze significative che li distinguono.

    Innanzitutto, la principale differenza sta nel metodo di produzione. Lo Champagne è prodotto principalmente nella regione francese della Champagne utilizzando il metodo tradizionale o champenoise, che prevede una seconda fermentazione in bottiglia. Questo processo lungo e complesso conferisce al vino la sua raffinata effervescenza e la sua complessità aromatica. D’altra parte, il Prosecco è prodotto principalmente in Italia, nelle regioni del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia, utilizzando il metodo Charmat, noto anche come metodo italiano. In questo processo, la fermentazione avviene in grandi contenitori di acciaio inox prima che il vino venga imbottigliato sotto pressione. Questo metodo conferisce al Prosecco il suo caratteristico gusto fruttato e floreale, con bollicine più leggere e vivaci rispetto allo Champagne.

    Inoltre, vi sono differenze nelle varietà di uva utilizzate. Lo Champagne è tipicamente prodotto utilizzando una combinazione di uve Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, mentre il Prosecco è principalmente prodotto utilizzando l’uva autoctona Glera, anche se possono essere utilizzate piccole quantità di altre varietà locali.

    Infine, vi sono differenze nelle tradizioni culturali e nelle occasioni di consumo associate ai due vini. Lo Champagne è spesso considerato un vino da festeggiamento, associato a occasioni speciali e celebrative, mentre il Prosecco è più casual e versatile, adatto a essere consumato in diverse occasioni, dalle feste informali ai brunch domenicali.

    In sintesi, sebbene entrambi siano vini spumanti di alta qualità, il Prosecco e lo Champagne rappresentano due esperienze uniche e distintive, ognuna con le proprie tradizioni, caratteristiche e storie da raccontare.

    Spumante, frizzante o “tranquillo”

    La versatilità del Prosecco si manifesta anche nella sua varietà di stili, che includono il Prosecco spumante, frizzante e fermo. Ogni stile offre un’esperienza unica e soddisfacente per il palato dei consumatori, consentendo loro di scegliere in base alle proprie preferenze personali e alle occasioni di consumo.

    Il Prosecco spumante è probabilmente il tipo più conosciuto e popolare. Caratterizzato da bollicine vivaci e persistenti, il Prosecco spumante è perfetto per celebrare occasioni speciali o semplicemente per godersi un momento di festa. La sua effervescenza vivace aggiunge un tocco di freschezza e leggerezza al palato, rendendolo ideale per aperitivi e brindisi.

    Il Prosecco frizzante offre un’alternativa più delicata e raffinata al Prosecco spumante. Le bollicine del Prosecco frizzante sono più sottili e meno persistenti, conferendo al vino un’effervescenza più delicata e una sensazione in bocca leggermente più morbida. Questo lo rende una scelta versatile che si presta bene a una vasta gamma di occasioni, dall’intrattenimento informale agli incontri più formali.

    Infine, il Prosecco fermo, noto anche come “tranquillo”, è un’opzione per coloro che preferiscono un vino meno effervescente e più strutturato. In questo caso, il vino subisce una sola fermentazione e non viene imbottigliato con l’aggiunta di anidride carbonica, risultando in un vino più morbido e corposo. Il Prosecco fermo è perfetto da gustare come accompagnamento a pasti più sostanziosi o come vino da meditazione, permettendo di apprezzare appieno la complessità dei suoi sapori e aromi.

    In definitiva, che tu preferisca il Prosecco spumante, frizzante o fermo, c’è un’opzione per soddisfare ogni palato e occasione. La varietà di stili del Prosecco riflette la sua versatilità e il suo appeal universale, garantendo un’esperienza di degustazione gratificante per tutti i suoi estimatori.

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    In conclusione, le curiosità sul Prosecco ci aprono le porte a un mondo di storia, tradizione e innovazione enologica. Dalle sue antiche origini nell’epoca romana fino alla sua attuale fama globale, il Prosecco incanta e affascina con la sua versatilità e il suo gusto unico. Attraverso la sua denominazione protetta e il rispetto delle tradizioni locali, il Prosecco ci offre non solo un vino di alta qualità, ma anche un viaggio attraverso le colline venete e friulane, ricco di sapori, profumi e storie da raccontare. Che tu sia un appassionato di vino o semplicemente un amante del buon bere, il Prosecco è pronto a sorprenderti e deliziarti con la sua inconfondibile freschezza e allegria. Solleviamo i calici a questo straordinario vino italiano, simbolo di convivialità, gioia e celebrazione! Salute e alla prossima degustazione!

  • I modi di dire che celebrano il buon vino

    Tra vigne e parole: i modi di dire che celebrano il buon vino

    Il vino, con la sua storia millenaria, non è soltanto una delle bevande più antiche e apprezzate al mondo, ma rappresenta anche un vero e proprio simbolo culturale, intrecciato nelle tradizioni, nelle celebrazioni e, in modo particolare, nel linguaggio popolare.

    La sua influenza si estende ben oltre la tavola o la cantina, permeando il tessuto stesso delle nostre conversazioni quotidiane attraverso proverbi, modi di dire, espressioni e metafore. Questi detti popolari, ricchi di saggezza e spesso intrisi di umorismo, offrono uno sguardo unico sulla relazione che l’umanità intrattiene con questa nobile bevanda.

    Attraversare i secoli insieme al vino, significa imbattersi in un linguaggio evocativo e simbolico che ha saputo adattarsi e arricchirsi, riflettendo le variazioni culturali, sociali e storiche delle società che lo hanno celebrato.

    I modi di dire legati al vino sono splendidi metodi per osservare attraverso cui osservare le usanze, i valori e le percezioni di un popolo: rivelano atteggiamenti verso l’amore, la fortuna, la saggezza, e persino la stessa vita, dimostrando come il vino sia molto più di una semplice bevanda.

    In questo articolo, esploreremo alcuni dei modi di dire più affascinanti e diffusi legati al vino, dall’antica Roma, dove in vino veritas suggeriva la capacità del vino di rivelare i segreti più nascosti dell’animo umano, alle moderne espressioni che vedono nel vino un compagno di momenti di gioia e riflessione, ci imbarcheremo in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio.

    Un viaggio che non solo celebra il vino come fonte di ispirazione artistica e letteraria ma che riconosce anche il suo ruolo nel tessere legami sociali e nel forgiare la nostra comprensione comune dell’esistenza.

    Attraverso la lente dei modi di dire, vedremo come il vino abbia saputo versare la sua essenza nelle pieghe più intime della lingua e del pensiero umano, confermando il suo posto come elemento indissolubile del patrimonio culturale mondiale.

    Benvenuti in un’esplorazione del vino non solo come esperienza sensoriale, ma come ricco deposito di saggezza popolare e veicolo di espressione umana!

    vino metodo ancestrale

    Ecco un elenco in ordine alfabetico di proverbi e detti popolari sul vino tra i più famosi

    – Acqua in bocca, vino in gola;

    – Bacco, tabacco e Venere riducono l’uomo in cenere;

    – Bevi il vino, lascia l’acqua ai mulini;

    – Dove non c’è vino, non c’è amore;

    – Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere;

    – Chi non sa bere, non sa vivere;

    – El vino alegra el ojo, limpia el diente y sana el vientre (trad. Il vino illumina gli occhi, pulisce i denti e guarisce la pancia);

    – Il vino è il latte degli anziani;

    – Il vino è lo specchio dell’uomo;

    – Il vino entra, il segreto esce;

    – Il vino fa buon sangue;

    – In vino veritas;

    – L’acqua fa male e il vino fa cantare;

    – La tavola senza vino è come un giorno senza sole;

    – Le premier verre est pour la soif, le deuxième pour la joie, le troisième pour le plaisir, et le quatrième pour la folie (trad. Il primo bicchiere è per la sete, il secondo per la gioia, il terzo per il piacere, il quarto per la follia);

    – Meglio un goccio di vino vecchio che un barile di acqua;

    – Nella botte piccola c’è il vino buono;

    – Non tutto il vino diventa aceto;

    – Più vino, meno pensieri;

    – Quand le vin est tiré, il faut le boire (trad. Quando il vino viene versato deve essere bevuto);

    – Senza vino, l’amore è cieco;

    – Un bicchiere di vino è un poeta in più;

    – Un buon vino rende buono anche il cammino cattivo;

    – Un pasto senza vino è come un giorno senza sole;

    – Vino giovane, amico vecchio;

    – Vino sobre vino, veneno; agua sobre vino, veneno (trad. Vino su vino, veleno; acqua sul vino, veleno);

    – Vino vecchio non vuole fiasco nuovo;

    – Wine is bottled poetry (trad. Il vino è poesia in bottiglia).

    Questi proverbi, che sono solo un assaggio di modi di dire relativi al vino, ne dimostrano l’importanza culturale e la sua presenza in molti aspetti della vita quotidiana, celebrando la gioia, la convivialità, talvolta l’amore e l’amicizia.

    Ognuno di essi aggiunge ulteriori sfumature alla percezione culturale del vino, evidenziando non solo la sua importanza nella convivialità e nel piacere, ma anche il suo ruolo nella salute, nella saggezza e nella creatività, insomma, in ogni aspetto della vita sociale.

    E voi, li conoscevi tutti? Prosit!

  • Le differenti personalità di Prosecco e Champagne

    Le differenti personalità di Prosecco e Champagne

    Nell’effervescente mondo degli spumanti, la lotta più assidua si gioca sicuramente tra il Prosecco e lo Champagne.
    Fiori all’occhiello rispettivamente di Italia e Francia, sono senza dubbio due eccellenze dalla popolarità mondiale, che rappresentano la scelta prediletta per celebrare occasioni speciali e momenti di festa. Ma quale vino scegliere e cosa li differenzia?

    Cominciamo col dire cosa li accomuna: entrambi sono tra i migliori vini spumanti al mondo. Con vino spumant1izzato, si intende un vino che sviluppa spuma ed effervescenza senza l’aggiunta di sostanze gassose, ma grazie all’anidride carbonica prodotta dalla fermentazione del prodotto.

    Il mondo degli spumanti è vasto e variegato, offre una gamma di esperienze gustative che riflettono la ricchezza e la diversità delle regioni vinicole da cui provengono. Tra i più celebri e apprezzati troviamo il Prosecco e lo Champagne, entrambi sinonimi di festa e celebrazione, ma profondamente diversi per tradizione, gusto e metodo di produzione.

    Per apprezzarne a pieno le peculiarità, siamo pronti per mettere a confronto il Prosecco, espressione spumeggiante dell’Italia, e lo Champagne, l’eleganza effervescente della Francia.

    vitigno glera prosecco

    Prosecco VS Champagne, due mondi a confronto

    Zone di raccolta

    La prima e forse più evidente differenza tra Prosecco e Champagne, è la zona di produzione. Lo Champagne è prodotto esclusivamente nella regione di Champagne, nel nord-est della Francia, una zona dal clima freddo che contribuisce a conferire a questo vino le sue caratteristiche uniche. Il Prosecco invece, ha le sue radici nelle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, nel nord-est dell’Italia, dove il clima varia da moderato a continentale.

    Metodi di produzione

    Il celebre vino spumante francese è prodotto secondo il metodo tradizionale o “Champenoise“, che prevede una seconda fermentazione in bottiglia. Questo processo conferisce allo Champagne la sua effervescenza caratteristica e una complessità di aromi che può svilupparsi per molti anni.

    Il Prosecco invece, viene prodotto principalmente attraverso il metodo Charmat o Martinotti, che prevede la seconda fermentazione in grandi recipienti in acciaio inox, permettendo di preservare i freschi e fruttati aromi primari dell’uva. Questo metodo rende anche il Prosecco generalmente più accessibile in termini di prezzo rispetto allo Champagne.

    Varietà d’uva

    Le varietà d’uva utilizzate nella produzione di questi due vini spumanti differiscono notevolmente: lo Champagne è tipicamente prodotto utilizzando una miscela di uva Pinot Noir, Pinot Meunier e Chardonnay, mentre il Prosecco è prodotto principalmente dalla varietà Glera, anche se possono essere utilizzate in piccole percentuali altre varietà locali.

    Caratteristiche organolettiche

    Queste diversità di origine, metodo di produzione e varietà d’uva, si riflettono anche nelle caratteristiche organolettiche dei due vini. Lo Champagne è noto per la sua acidità, complessità e ricchezza di aromi, che possono includere note di agrumi, frutta a polpa bianca, pane tostato e mandorla. Il Prosecco, con il suo profilo più fruttato e floreale, tende ad essere più leggero, con note di mela verde, pera, melone e fiori di campo.

    Consumo

    Sebbene sia il Prosecco che lo Champagne siano associati a celebrazioni, il loro posizionamento di prezzo differisce. Lo Champagne, data la sua complessità di produzione e la sua associazione con un lusso storico, tende ad avere prezzi più elevati. Il Prosecco, accessibile e versatile, è spesso scelto per occasioni informali o come aperitivo.

    Pizza o aperitivo con gli amici? Non c’è gara, è tempo di stappare un buon Prosecco! Cena romantica di pesce? Dipende: se il menù è delicato, un Prosecco Brut potrebbe essere la soluzione, ma se si tratta di piatti prestigiosi, è bene dare spazio allo Champagne. Cena importante? Largo alla bollicina francese per accompagnare piatti saporiti e ricercati. Dolce? Lo Champagne è troppo secco, per un dessert è bene preferire un Prosecco, con la sua morbidezza ed il suo dolce aroma.

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    In una società dove le celebrazioni ed i brindisi si sposano sempre con le bollicine in calice, i nomi di Prosecco e Champagne, risuonano sempre con particolare prestigio. Questi vini, emblemi di gioia e raffinatezza, incarnano non solo secoli di tradizione vinicola ma rappresentano anche due culture enologiche distinte che hanno affascinato e continuano ad affascinare buongustai e appassionati di vino in tutto il mondo.

    In conclusione, sebbene Prosecco e Champagne condividano lo status di vini spumanti prestigiosi, differiscono notevolmente per regione di origine, metodo di produzione, varietà d’uva e profilo gustativo. Queste differenze non solo arricchiscono il panorama vinicolo mondiale ma offrono agli amanti del vino l’opportunità. Conoscerle aiuta a farne un uso più consapevole e sicuramente più distinto e raffinato per festeggiare dei momenti perfetti!

    Prosit!

  • Il Bicchiere della Staffa

    Il Bicchiere della Staffa: una storia di commiato e condivisione tra vino e cavalieri

    Esistono tantissime espressioni o modi di dire legate al mondo dell’enologia ed alle abitudini nel consumo di vino ed alcolici: il buon vino, si sa, non è solo un prodotto commerciale e di consumo, ma fa parte di tantissimi aspetti della nostra tradizione. Momenti di condivisione, auguri, festeggiamenti e saluti, sono tipicamente suggellati da un brindisi.

    Alla fine di una serata tra amici, a tutti sarà capitato di congedarsi dopo aver condiviso “il bicchiere della staffa”, ma da cosa deriva questo modo di dire? Si tratta dell’ultimo bicchiere consumato in compagnia, prima dei saluti e dell’epilogo della serata.

    Le origini del Bicchiere della staffa

    Il bicchiere della staffa è un termine che evoca immagini di commiati e celebrazioni, radicato in una tradizione che affonda le sue origini nella storia e nella cultura. Questa espressione, si riferisce all’ultimo bicchiere di alcol consumato prima di lasciare un luogo di ritrovo, come un simbolo di buon augurio per il viaggio di ritorno a casa.

    Ma il significato del bicchiere della staffa va ben oltre il semplice atto di bere; è intriso di simbolismo, convivialità e il desiderio di trattenere per un momento in più il calore dell’amicizia e della compagnia.

    Il termine risale al ‘700/’800, quando il mezzo di trasporto più usato era il cavallo. Al pari delle nostre moderne automobili, era abitudine dei più recarsi ovunque a cavallo, comprese nelle taverne e nelle locande.

    Questo modo di dire trae le sue origini proprio dell’usanza dei cavalieri di bere un ultimo sorso di alcool prima di partire o all’esterno del locale con un piede già sulla staffa, pronti per montare a cavallo. Questo gesto, che trova il suo corrispondente modo di dire anche nei paesi anglosassoni (“stirrup-cup”) e francesi (“coup de l’étrier”), era inteso come un augurio per un viaggio sicuro, un’ultima dimostrazione di condivisione e un modo per rafforzare i legami prima della separazione.

    L’espressione era in uso anche dopo aver ricevuto un ospite: era infatti buona educazione che il padrone di casa offrisse un ultimo bicchiere di vino come segno di riconoscenza, ospitalità ed augurio di buon viaggio di ritorno.

    Un rituale contemporaneo

    Con il passare dei secoli, l’usanza si è trasformata e adattata, mantenendo però inalterato il suo nucleo emotivo, e trovando posto in vari contesti sociali, dai banchetti formali ai raduni informali tra amici.

    Oggi, il bicchiere della staffa simboleggia la chiusura di una serata trascorsa insieme, un rituale che sottolinea l’importanza delle relazioni umane e il valore del tempo condiviso. Non è tanto il tipo di bevanda a essere importante, quanto il gesto di condivisione e l’intento di lasciare un’ultima impronta positiva sull’incontro. Questa pratica, pur essendo un rito di addio, è carica di un’ottimistica anticipazione per i futuri incontri, un ponte tra il presente e il prossimo momento di comunione.

    In una società sempre più frenetica, dove il tempo sembra scorrere implacabile, il bicchiere della staffa ci invita a rallentare, a riflettere sulle relazioni che arricchiscono la nostra vita e a nutrire quei legami con piccoli gesti significativi. Più che un semplice atto di convivialità, diventa un simbolo potente dell’umanità condivisa, un promemoria che, nonostante le distanze e gli impegni quotidiani, il valore dell’amicizia e del calore umano rimane imprescindibile.

    Il bicchiere della staffa non è dunque solo una tradizione legata al consumo di vino: si tratta di un rito carico di significati, che celebra i legami interpersonali e l’importanza degli addii momentanei come preludio a futuri riunioni.

    In esso si ritrova l’essenza stessa del congedo: non un finale, ma una promessa di ritorno, un brindisi alla convivialità ed alla condivisione di occasioni future.

    Alla prossima occasione, prima di congedarvi da un ritrovo o una bella serata, ricordatevi di riscoprire e godervi insieme questo splendido rituale!

    Prosit!

  • Tipi di bottiglie di vino

    Tipi di bottiglie di vino

    Un ventaglio di possibilità, formati, nomi e dimensioni

    Il mondo dei vini è probabilmente una delle realtà produttive più complesse ed affascinanti della nostra società. Fiore all’occhiello del panorama e del mercato italiano, la vinificazione, l’enologia e l’enocultura, godono di un successo senza paragoni. Si tratta di un ambito dove storia, tradizione ed esperienza si intrecciano in maniera armonica alla modernità ed alla tecnologia del nostro secolo, dando vita a vere e proprie perle rare e prodotti di altissima qualità.

    Se il vino è la sintesi di un’infinità di sfumature, la vinificazione deve tenerne in considerazione ogni singolo aspetto, in un complesso processo dove nulla è lasciato al caso e dove viene valutato con precisione anche il più piccolo dettaglio.

    Considerando questa importante peculiarità, il fatto che ogni vino possiede caratteristiche diverse e che per degustarlo al meglio mantenendone intatti gusto, profumo ed aroma, è importante un diverso tipo di calice, una diversa temperatura etc., non ci stupisce il fatto che ogni vino venga prodotto e poi imbottigliato nel contenitore che meglio saprà preservarlo, esaltando e conservando le nel tempo le sue molteplici caratteristiche.

    Per questo motivo esistono diverse tipologie di bottiglie, di diversa forma, formato e colore. Dalla metà del XVII secolo cominciano a venire prodotte le bottiglie di vino “moderne”, come le conosciamo oggi; da allora ai nostri giorni, lo studio ed il perfezionamento dei vari formati di bottiglia, è stato approfondito con l’unico scopo di minimizzare i fattori che potessero compromettere la qualità del vino, mantenere le sue caratteristiche intatte e contribuire ad un corretto invecchiamento del prodotto.

    Ma come vengono classificate le bottiglie di vino e quante varietà esistono? Scopriamolo insieme!

    I colori delle bottiglie di vino

    Dal punto di vista conservativo, è necessario prendere in considerazione il fatto che l’esposizione del vino alla luce solare è particolarmente dannosa per il prodotto e che il colore della bottiglia gioca un ruolo cruciale per il suo mantenimento.

    Da una minima ad una massima protezione solare, esistono bottiglie di colori differenti; queste variano a seconda del vino che si intende imbottigliare: in linea di massima possiamo dire che le bottiglie più chiare sono riservate a vini che vengono consumate in tempi brevi, al contrario di quelle più scure, che necessitano (o per le quali è previsto) un invecchiamento piuttosto lungo.

    • Bottiglie trasparenti: dal momento che non garantiscono protezione dalla luce, vengono utilizzate solitamente per l’imbottigliamento di vini bianchi “giovani”, cioè che non necessitano di un periodo di invecchiamento;
    • Bottiglie verdi: adatte a conservare vini bianchi che richiedono un periodo di invecchiamento medio o vini rossi che maturano in bottiglia, ne esistono di diverse tonalità a seconda della necessità di protezione del prodotto;
    • Bottiglie marroni/nere: si tratta di contenitori utilizzati soprattutto per vini rossi che richiedono un invecchiamento piuttosto lungo ed hanno la capacità di garantire un’assoluta protezione del prodotto a qualunque tipo di radiazione solare.

    Le forme delle bottiglie di vino

    Di seguito le principali forme di bottiglie di vino ed il loro diverso utilizzo:

    • Albeisa: dalla struttura bassa, larga e slanciata, questa tipologia si contraddistingue per la spalla piatta, una forma ovale ed un fondo più ampio, ideale per vini importanti che necessitano un invecchiamento in bottiglia piuttosto prolungato;
    • Alsaziana: conosciuta anche come Renana, deve questo suo nome alla sua provenienza dalle zone dall’area vinicola del Reno, in Germania; perfetta per prodotti bianchi o rosati privi di residui, si presenta priva di spalla e di rientranza della base, particolarmente slanciata e dalla forma oblunga;
    • Bordolese: il corpo cilindrico, il collo corto e la spalla piuttosto prominente, sono perfette per trattenere eventuali residui, senza che vengano trasferiti nei calici e consumati; si tratta di una tipologia di bottiglia tendenzialmente trasparente per i vini bianchi e verde o marrone per i rossi;
    • Borgognotta: tipicamente usata per vini delicati, si tratta di una bottiglia nata nella Borgogna francese, dalla spalla slanciata e dal collo lungo che, con la sua forma, riduce il rischio di ossidazione del vino e ne protegge gli aromi;
    • Champagnotta: simile alla Borgognotta, si presenta con un vetro piuttosto spesso ed un fondo dalla concavità più pronunciata; come si può intuire dal nome, il motivo è legato al suo utilizzo, la forma è stata adattata infatti per resistere la pressione dello Champagne e degli spumanti prodotti con il metodo classico, per i quali la fermentazione avviene all’interno della bottiglia.

    I formati delle bottiglie di vino

    La degustazione del vino avviene quasi esclusivamente bottiglie del tipico formato standard da 750 ml (0,75 L). Non tutti sanno però che i formati di bottiglie di vino sono tantissimi, da quelli con una quantità di prodotto pari ad un unico calice, alle rarissime bottiglie giganti ambite dai collezionisti. Queste ultime, caratterizzate da nomi maestosi, spesso ispirati a grandi personaggi biblici, sono ideali per l’invecchiamento e capaci di conservare vini particolarmente pregiati, costosissimi e ricercati.

    dimensione bottiglie

    Ecco l’elenco dei principali formati di bottiglie, dalle più piccole alle più grandi (tutti multipli o frazioni del formato standard):

    • Quart (o Piccolo): 0.1875 litri
    • Chopin: 0,25 litri
    • Demi: 0,375 litri
    • Standard: 0,75 litri
    • Magnum: 1,5 litri
    • Jéroboam: 3 litri
    • Réhoboam: 4,5 litri
    • Mathusalem: 6 litri
    • Salmanazar: 9 litri
    • Balthazar: 12 litri
    • Nabuchodonosor: 15 litri
    • Melchior: 18 litri
    • Solomon: 20 litri
    • Sovereign: 25 litri
    • Primat: 27 litri
    • Melchizédec: 30 litri

    Ad ogni vino, dunque, verrà assegnata la bottiglia che saprà meglio preservarlo, esaltarlo e conservare nel tempo le sue molteplici caratteristiche.
    La diversità di formati e tipologie sottolinea la versatilità e l’adattabilità del settore vinicolo alle esigenze dei produttori ed alle preferenze dei consumatori.

    Che tu stia cercando una bottiglia di vino giovane da condividere con gli amici o una dimensione da collezione per un’occasione straordinaria, il mondo delle bottiglie di vino offre un’ampia gamma di opzioni, ciascuna con il proprio fascino e significato unico.

    Pronti a provarle tutte?

     

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  • Prosecco: l’alfabeto della bollicina italiana per eccellenza

    Prosecco: l’alfabeto della bollicina italiana per eccellenza

    Il Prosecco è una delle eccellenze italiane che ha conquistato gli estimatori di vino di tutto il mondo; vino spumante per eccellenza, è sinonimo di eleganza e convivialità, di passione e maestria vinicola Made in Italy.

    Oggi vogliamo raccontarvi questo prodotto dalla A alla Z, accompagnandovi in un viaggio che celebra la sua famosa sintesi tra tradizione ed innovazione, attraverso le caratteristiche, le curiosità, i metodi di produzione ed i luoghi iconici che rendono il Prosecco uno dei vini spumanti più apprezzati al mondo.

    Buon viaggio!

    A di aroma: l’aroma del Prosecco è tipicamente fresco. Le note che danno carattere ad ogni sua tipologia, spaziano da quelle fruttate, a quelle floreali per raggiungere anche sfumature minerali; queste variano a seconda del terrone nel quale l’uva viene coltivata, dal metodo di produzione e della maturazione del prodotto.

    B di Brut: la classificazione del Prosecco in termini di dolcezza, rende il Brut una delle tipologie più secche; si tratta di prodotto dal sapore intenso ed una quantità di zucchero che non supera i 12 grammi per litro, rendendolo tra i più adatti per accompagnare i pasti.

    C di Cuvée: con il termine cuvée si intende quel Prosecco prodotto con uve di annate diverse. La miscela cuvée, opposta al millesimati, ha tra gli obiettivi quella di proporre costantemente un vino pregiato, a prescindere dall’andamento dell’annata e della vendemmia.

    D di DOC o DOCG: la zona del Prosecco DOC corrisponde alle province di Treviso, Vicenza, Padova, Belluno, Venezia, Pordenone, Udine, Gorizia e Trieste, mentre solo quello tra Conegliano, Asolo e Valdobbiadene è considerato Prosecco DOCG.

    E di Extra Brut o Extra Dry: secco, asciutto e frizzante, il Prosecco Extra Brut è ottimo per accompagnare il pasto, dal momento che ha un residuo zuccherino davvero basso (da 0 ad un massimo di 5 grammi ogni litro), mentre l’Extra Dry (che varia tra i 12 ed i 17 grammi di zucchero per litro di prodotto) è più adatto per gli aperitivi, pasti leggeri, formaggi, carni bianche e crostacei.

    F di fondo: il Prosecco “col fondo” è una tipologia particolare che prevede la rifermentazione in bottiglia, capace di rilasciare nel vino un più marcato sentore di lievito.

    G di Glera: si tratta del nome del vitigno col quale viene prodotto il Prosecco che, per essere considerato tale, deve contenere al suo interno almeno l’85% di uva Glera.

    H di Happy Hour: leggero, fresco ed aromatico, il Prosecco è l’ideale ed il re indiscusso dell’aperitivo! Che venga consumato in calice o in un cocktail, due aperitivi su tre comprendono in Prosecco. Primo tra tutti? Ovviamente il celebre Spritz!

    3 cocktail a base di Prosecco

    I di IGP: anche se il Prosecco è maggiormente noto per le denominazioni DOC e DOCG, l’IGP (Indicazione Geografica Protetta) è la certificazione che tutela la qualità del vino. Tale indicazione rappresenta un importante riconoscimento del legame tra il vino ed il suo territorio di produzione, assicurando che certe caratteristiche uniche (legate al territorio) siano presenti, preservate e valorizzate.

    L di Limoncello Prosecco Cooler: la ricetta perfetta per un cocktail energico, fresco e dissetante! Basterà utilizzare bicchieri precedentemente raffreddati in freezer ed unire Limoncello freddo e Prosecco. Per un tocco più aromatico, guarnite ogni bicchieri con qualche lampone fresco ed un rametto di menta!

    M di Millesimato: con Prosecco Millesimato si intende un tipo di Prosecco che viene prodotto utilizzando esclusivamente uve Glera raccolte in un singolo anno di vendemmia. Questo approccio alla produzione, che mette in evidenza le caratteristiche uniche di un’annata specifica, è relativo a Prosecchi considerati di miglior qualità superiore, con una maggior complessità di aromi e sapori. Dedicato quasi esclusivamente alle vendemmie migliori, il prodotto finale sarà sicuramente un vino più ricercato e che rappresenta una fascia più alta di mercato.

    N di nove: nove sono le province italiane suddivise in due regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia) nelle quali viene prodotto il Prosecco DOC, per un totale di ventimila ettari di vigne.

    O di otto: otto gradi è la temperatura massima per servire il Prosecco. Per preservarne al meglio aroma e profumo infatti, la temperatura ideale è compresa tra i 6 ed  gli 8 gradi centigradi.

    P di perlage: questo termine si riferisce alla presenza di bollicine fini che si formano e salgono in modo continuo nel bicchiere, una volta versato il vino. Nel caso del Prosecco, il perlage non solo arricchisce l’aspetto estetico del vino, ma influisce anche sul gusto: le bollicine fini infatti, aumentano la sensazione di freschezza e vivacità al palato, esaltandone gli aromi. Gioca un ruolo cruciale nella creazione del perlage, il metodo di produzione, in particolare il metodo Martinotti – Charmat, uno dei più usati nella produzione di Prosecco.

    Q di qualificazione: ci si riferisce al processo di riconoscimento e certificazione che il Prosecco subisce per garantire che il prodotto rispetti determinati standard di qualità ed origine. Questo procedimento, che assicura al consumatore un prodotto autentico e di alta qualità, include la verifica di vari aspetti, dalla viticoltura alla vinificazione, all’imbottigliamento, etc.

    R di residuo zuccherino: sulla base del residuo zuccherino si definiscono e dividono le varie tipologie di Prosecco. Si tratta della quantità di zucchero presente in una bottiglia ed il primo criterio tra i quali sceglierlo. Dal più secco al più dolce (dagli 0 ai 50 grammi di zucchero per litro), le tipologie di Prosecco sono fondamentalmente cinque: Extra Brut, Brux, Extra Dry, Dry e Demi Sec.

    S di Spumante: nella maggior parte dei casi il Prosecco è uno spumante, ma è importante tenere a mente che i due termini non sono sinonimi. Gli spumanti infatti, sono vini che vengono spumantizzati, cioè sottoposti ad una seconda fermentazione per ottenere le bollicine e la presa di spuma. Questo metodo, seppur valido per la maggioranza dei Prosecchi, non ne caratterizza la totalità: esistono infatti prosecchi non spumantizzati, ma frizzanti o fermi.

    T di Trieste: il nome Prosecco deriva da una piccola cittadina in provincia di Trieste. Fu proprio nei vigneti del castello della località di Prosecco che troviamo le prime testimonianze della produzione del vino più famoso d’Italia.

    U di undici e mezzo: la gradazione alcolica del vino Prosecco è standard, non scende mai sotto i 9,5 gradi e non supera mai gli 11,5.

    V di Veneto: è la zona tipica di produzione del Prosecco. In cinque province venete, insieme a quattro del Friuli Venezia Giulia, l’uva Glera lavorata e vinificata prende il nome di Prosecco!

    Z di Zero Dosaggio: si riferisce ad un particolare Prosecco al quale non viene aggiunto lo sciroppo di dosaggio dopo la seconda fermentazione in bottiglia. Si tratta di uno sciroppo composto da zucchero e vino che ha lo scopo di equilibrare il livello di dolcezza ed il gusto finale dello spumante. Questi vino manterranno dunque il residuo zuccherino al livello naturale e risulteranno piuttosto secchi, con circa meno di 3 grammi di zucchero per litro di prodotto.

    Questa panoramica è solo uno spunto per degustare in maniera più consapevole ed indagare tutte le sfumature di uno dei prodotti italiani più amati in Italia e nel mondo. Non resta che alzare i calici … e scoprire tutte le altre!

    Prosit!

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