• Diamo i numeri con il Prosecco

    Diamo i numeri con il Prosecco

    Per conoscere e degustare meglio un orgoglio del Made in Italy, abbiamo deciso di mettere il Prosecco in numeri! Quanto conosciamo di uno dei prodotti più amati al mondo? Ecco alcune cifre per scoprirne tutti i suoi segreti e la sua storia!

    Le caratteristiche

    2 – 4: la pressione interna di una bottiglia di Prosecco. Lo spumante italiano differisce dal rivale francese (6-7) grazie alla metodologia utilizzata per produrlo: a differenza dello Champagne che viene fatto fermentare direttamente in bottiglia, il Prosecco viene prodotto con il metodo Martinotti – Charmat (o semplicemente Martinotti). Questo processo prevede una seconda fermentazione del vino spuntante all’interno di un’autoclave, un enorme contenitore di anidride carbonica in accidio inox, pressurizzato ed a temperatura controllata.

    5: le varianti di Prosecco prodotte in Italia. Non si tratta infatti di un’unica tipologia di vino spumantizzato, ma di Prosecco Demi-Sec, Extra Dry, Dry, Brut o Extra Brut a seconda della quantità di zucchero presente.

    6 – 8: l’intervallo migliore in gradi centigradi per consumare un calice di Prosecco. L’utilizzo del freezer o di temperature più basse infatti, non rendono giustizia ad uno dei vini più amati, che necessita una temperatura ideale per essere degustato e preservarne gli aromi.

    vino ancestrale

    Export da record

    8: i miliardi di euro superati nel 2022 di export del Prosecco all’estero; si tratta di un record senza paragoni, registrato grazie ad un’esportazione pari al 12% in più rispetto all’anno precedente. La vendita all’estero di questo prodotto, equivale addirittura all’8% dell’intero volume di esportazioni del nostro paese.

    9: i litri di Prosecco presente in ogni cassa utilizzata per l’export; scrigni preziosi composti da dodici bottiglie, ciascuna da 750 ml di prodotto.

    9: le provincie italiane della zona di produzione del Prosecco. Al di fuori della province di Padova, Venezia, Vicenza, Treviso, Belluno, Gorizia, Triste ed Udine, una bottiglia prenderà il nome di vino Glera, mentre quelle prodotte in quest’area ricevono la denominazione di Prosecco DOC (o DOCG   se all’interno della zona compresa tra Conegliano e Valdobbiadene.

    11 – 12: i gradi di volume alcolico medio di una bottiglia di Prosecco. La sua leggerezza permette di godersi appieno l’aroma fruttato e le sue caratteristiche olfattive: uno dei motivi che sicuramente gli garantisce da sempre un enorme successo.

    11 – 14: dollari minimi per l’acquisto all’estero di una bottiglia di Prosecco. La differenza di circa 30 euro a bottiglia con lo Champagne fanno registrare un successo maggiore di anno in anno, nonostante esistano bottiglie di Prosecco capaci di superare il centinaio di dollari.

    Box Prosecco doc brut + Prosecco doc extra dry

    15: la percentuale uve di vitigni diversi dal Glera, per poter considerare una bottiglia, un vino Prosecco.

    Produzione e consumo di Prosecco

    96,2: i milioni di bottiglie di Prosecco prodotto in Italia ed immesse sul mercato nel 2022. La produzione certificata ha registrato quasi 903.000 ettolitri di Prosecco, registrando un significativo aumento rispetto all’anno precedente (+ 14,1% rispetto al 2021).

    120: i milioni di bottiglie di Prosecco totali consumate in nella nostra penisola durante l’intero 2022.

    134: i milioni di bottiglie importate nel 2022 negli Stati Uniti d’America, che raggiungono il primato scalzando l’esportazione nel Regno Unito, da sempre uno dei principali acquirenti del Prosecco italiano. Gli USA ora sono seguiti per la prima volta dall’UK, con 130 milioni di bottiglie consumate, la Germania con 46 milioni di pezzi importati.

    140: le aziende agricole di produzione di vino Prosecco DOCG che si contano nella sola zona del comune di Valdobbiadene (Provincia di Treviso).

    625: le ore di lavoro mediamente necessarie per ogni ettaro di vitigno Glera, che variano a secondo del territorio. Si va da un minimo di 250 ore di lavoro per ettaro nelle zone pianeggianti, fino ad arrivare addirittura a 1.000 ore di lavoro necessarie in zone collinari, dove la pendenza ed il terreno dissestato rendono il lavoro degli agricoltori decisamente più lento e complesso.

    vite uva prosecco tenuta agricola pra de oro

    La storia è scritta

    1868: l’anno nel quale venne prodotta la prima bottiglia di Prosecco, ad opera di Antonio Carpené e della sua azienda vinicola Carperné Malvolti.

    2014: l’anno nel quale, per la prima volta, il Prosecco ha superato lo Champagne nel numero di bottiglie vendute in tutto il mondo, segnando uno storico primato rispetto al suo storico antagonista.

    20.000: il numero di ettari di vigna presenti in Veneto e Friuli Venezia Giulia, nei quali viene coltivato il vitigno Glera, utilizzato per la produzione di Prosecco.

    Non vi è venuta sete? Prosit!

  • I 3 cocktail a base di Prosecco più famosi al mondo

    I 3 cocktail base di Prosecco più famosi al mondo

    Chi ha sempre degustato il Prosecco nella sua versione classica, forse non sa che per le sue caratteristiche così particolari, questa eccellenza italiana si sposa benissimo anche con altri ingredienti, sia alcolici che non, e che il suo utilizzo può dar vita a delle vere e proprie opere d’arte della cocktaileria, capaci di stupire anche i puristi più accaniti.
    Di seguito la descrizione passo passo delle ricette dei tre cocktail più consumati in Italia e più famose al mondo a base di Prosecco. Per realizzarle vi basterà recuperare gli ingredienti, seguire i passaggi ed in pochi minuti i cocktail saranno pronti per essere gustati; scopriamoli insieme!

    Cocktail con il Prosecco

    1° – Cosmopolitan

    Un grande classico americano dai contrasti dolci e secchi, che si sposano in maniera equilibrata grazie ad un mix perfetto. Inventato nel 1987 con l’intento di soddisfare il palato femminile, l’idea fu del celebre barman Cheryl Cook. Negli ultimi anni, è nata una versione del Cosmopolitan a base di Prosecco, che da subito ha registrato un grandissimo successo e che vi proponiamo.
    Ingredienti:
    • 60 ml di Prosecco;
    • 20 ml di Cointreau;
    • 15 ml di succo di limone fresco;
    • 15 ml di succo di mirtillo rosso;
    • 45 ml di Vodka;
    • tre mirtilli rossi;
    • ghiaccio q.b.
    Procedimento:
    • procurarsi una coppa o un flute ben raffreddato ed uno shaker da cocktail;
    • inserire nello shaker il ghiaccio, il Cointreau e la vodka;
    • aggiungere il succo di limone ed il succo di mirtillo rosso;
    • agitare lo lo shaker fino a che i prodotti al suo interno non saranno ben mescolati e raffreddati;
    • filtrare e versare il contenuto nel bicchiere raffreddato;
    • completare il composto con il Prosecco riempiendo la coppa fino all’orlo;
    • guarnire con mirtilli rossi freschi.

    2° – Hugo

    Il cocktail fresco e leggero allo sciroppo di sambuco che ha conquistato il mondo! Si tratta infatti di una ricetta inventata attorno al 2000 in Trentino Alto Adige da un barman di Bolzano, ora proposta e consumata nei migliori locali di decine e decine di paesi stranieri. Conosciuto anche come Hugo Spritz o Spritz bianco è nato infatti come una versione rivisitata del celebre cocktail da aperitivo.
    Ingredienti:
    • 150 ml di Prosecco
    • 20 ml di sciroppo di melissa o fiori di sambuco
    • soda o seltz q.b.
    • alcune foglie di menta
    • 1 fetta di lime o limone
    • ghiaccio q.b.

    Procedimento:

    • procurarsi un calice ben raffreddato ed riempirlo subito di ghiaccio fino a metà;
    • versare lo sciroppo di melissa (in alternativa quello di sambuco);
    • versare il prosecco;
    • riempire il bicchiere con altro ghiaccio inserendolo delicatamente (l’ideale sarebbe farlo con una pinza);
    • allungare il tutto con soda (o seltz) fino a riempire il calice;
    • mescolare delicatamente;
    • terminare decorando il cocktail con una fettina di limone (o lime) e qualche fogliolina di menta.

    hugo prosecco

    3° – Negroni sbagliato

    Bisogna tornare indietro a metà del secolo scorso per trovare le origini di questo cocktail! Ormai un must dei migliori locali italiani, amato da tutti i fedelissimi dell’aperitivo, venne inventato al Bar Basso di Milano negli anni ’60 e da allora ha sempre avuto un grandissimo successo. Rispetto alla classica ricetta del Negroni fiorentino, viene sostituito il gin con una parte spumantizzata, rendendolo più leggero; scopriamo insieme come prepararlo!
    Ingredienti:
    • 3 cl di Prosecco Brut metodo classico
    • 3 cl di Campari o bitter
    • 3 cl di Vermouth rosso
    • una fetta d’arancia
    • ghiaccio q.b.
    Procedimento:
    • procurarsi dosatore da barman ed un tumbler basso ben raffreddato;
    • riempire il bicchiere di ghiaccio fino all’orlo;
    • versare nel bicchiere la dose di Campari (o bitter);
    • aggiungere il Vermouth rosso;
    • completare il composto con il Prosecco;
    • mescolare delicatamente e guarnire con una fetta d’arancia.

    Questo era solo un piccolo assaggio! Il Prosecco si sposa benissimo con tantissime ricette di questo tipo: grazie alla sua freschezza, leggerezza ed alle sue numerose varianti, dalla più dolce alla più secca, le ricette di cocktail a base di Prosecco sono infinite e tutte buonissime .. non c’è che l’imbarazzo della scelta.
    E tu quale preferisci? Sei pronto a provarle? Non ti resta che recuperare gli ingredienti necessari e goderti un cocktail perfetto con il tuo Prosecco preferito! Prosit!
    etichetta prosecco doc
  • 10 curiosità sul Prosecco

    10 curiosità sul Prosecco: non tutti sanno che …

    Sei un esperto ed un estimatore di Prosecco e sei sicuro di conoscere tutto ciò che lo riguarda? Metti alla prova le tue conoscenze con questo elenco di curiosità e fatti bizzarri e scopri quanto conosci del Prosecco! Se sei un amante di questo meravigliosa eccellenza italiana, non potrai che divertirti!

    Ecco le 10 curiosità sul Prosecco che forse non conoscevi:

    1° – Il bicchiere per il Prosecco

    Non tutti sanno che … il bicchiere perfetto per degustare il prosecco è il celebre bicchiere detto “a tulipano, che ricorda molto la forma del fiore dal quale prende il nome. La forma dell’apertura è studiata per dirigere il liquido direttamente verso la punta della lingua dove si trovano le papille gustative, mentre la “pancia” più ampia permette la concentrazione dei profumi ed una corretta ossigenazione. L’ideale è riempire il bicchiere fino al punto in cui raggiunge il diametro massimo, in maniera da non creare troppa schiuma ed apprezzarne meglio bollicine ed aromi.

    2° – Il nome Prosecco

    Non tutti sanno che … il nome Prosecco deriva da un comune del Friuli Venezia Giulia in provincia di Trieste. Le sue origini per come lo conosciamo oggi risalgono al ‘500: in particolare venne definito “castellum nobile vino Pucinum” il castello del comune di Prosecco e “Pucinum” (trad. Puccino), il vino di uve di Glera che, come risulta da alcune fonti scritte dell’epoca, era già gradito al tempo dei Romani.

    3° – Export da record per il Prosecco

    Non tutti sanno che … il Prosecco DOC/DOCG si conferma il re indiscusso delle vendite all’estero! Secondo le stime del Wine Monitor di Nomisma infatti, l’Italia nel 2022 ha registrato un incredibile traguardo, non solo confermando il successo degli anni precedenti, ma esportando addirittura una quantità di Prosecco pari al 12% in più rispetto al 2021. La cifra record di export di vino Prosecco ha raggiunto gli oltre 8 miliardi di euro!

    bicchieri tulipano procecco

    4° – La temperatura perfetta per il Prosecco

    Non tutti sanno che … il Prosecco non va servito ghiacciato! Molti credo infatti che conservarlo nel frigorifero o nel freezer prima di consumarlo sia la modalità corretta. Se invece vogliamo preservare al meglio le caratteristiche olfattive e gustative, la temperatura migliore per degustare al meglio il Prosecco è tra i 6 e gli 8 gradi centigradi.

    5° – Le cinque varianti del Prosecco

    Non tutti sanno che … esistono cinque differenti varianti fondamentali di Prosecco e che dipendono dal grado di zucchero presente nel vino. Le cinque tipologie, dalla più secca a quella più dolce sono: Extra Brut, Brut, Dry, Extra Dry e Demi-Sec. Il quantitativo di zucchero è fondamentale per capire come abbinare al meglio il Prosecco, ogni variante infatti, si sposa meglio con tipologia di piatti allineati al proprio grado di dolcezza/secchezza.

     6° – Vino e Vitigno

    Non tutti sanno che … il Prosecco non è il nome del vitigno. Il vino Prosecco infatti, si ottiene con l’uva dell’antico vitigno Glera e può essere composto da altri vitigni a bacca bianca per un massimo del 15% dell’intero prodotto (come Verdiso, Bianchetta Trevigiana, Pepera, Glera Lunga, Chardonnay, Pinot grigio o bianco). Fino a pochi anni fa vino e vitigno erano conosciuti entrambi col nome di Prosecco, mentre dal 2009 il vitigno è stato definito Glera, già suo sinonimo, per differenziarlo dal suo prodotto, il vino Prosecco.

    vitigno glera prosecco

    7 ° – Gli aromi del Prosecco

    Non tutti sanno che … il bouquet aromatico fruttato del Prosecco, non è l’unico aroma che possiede. Il Prosecco infatti è caratterizzato da note di mela verde, ma anche floreali, di frutta e spezie, tutti aromi che rispecchiano le caratteristiche del vitigno Glera, dal quale il Prosecco viene prodotto. A seconda che le uve siano state raccolte in territori collinari o pianeggianti, oltre ad altre caratteristiche, si possono affiancare quasi una dozzina di altre note aromatiche. Di seguito l’elenco degli aromi più caratteristici del Prosecco, oltre quelli già citati: limone, cedro, mela, pera, banana, tiglio, acacia, camomilla, spezie mediterranee, biscotto, rosa, crosta di pane.

    8° – Non solo spumante

    Non tutti sanno che … il Prosecco non esiste solo come vino spumantizzato, ma ne esistono tre tipologie a seconda dei diversi processi di produzione: il Prosecco tranquillo o fermo, che non presenta nessun tipo di perlage, si abbina perfettamente con formaggi freschi e piatti a base di carne bianca o pesce, il più noto Prosecco Spumante, ideale per accompagnare i piatti di pesce o frutti di mare ed il Prosecco frizzante con meno bollicine rispetto alle versione spumantizzata, perfetto per aperitivi, molluschi, crostacei o piatti di pesce in generale.

    9° – Il Prosecco Millesimato

    Non tutti sanno che … il termine “millesimato” deriva dal francese millesimé, che significa “annata” e si utilizza per indicare uno spumante prodotto almeno per l’85% con uve di una sola annata, quindi raccolte durante un’unica vendemmia. Il Prosecco Millesimato è il vino delle feste e delle grandi occasioni, perfetto per accompagnare ogni tipo di pesce, ma anche antipasti o aperitivi salati.

    10° – Prosecco DOC e DOCG

    Non tutti sanno che … con Prosecco si intende il vino a base Glera, ma solo quello prodotto all’interno di uno specifico territorio, al di fuori di esso non si potrà più chiamare Prosecco, ma prenderà il nome di vino Glera. La zona di produzione del Prosecco comprende il Friuli Venezia Giulia e una gran parte del Veneto, nello specifico le province di Gorizia, Udine, Trieste, Belluno, Pordenone, Venezia, Vicenza, Treviso e Padova. Il Prosecco prodotto in questa zona prende la denominazione di Prosecco DOC, mentre l’area DOCG comprende Asolo ed i quindici comuni dell’Alta Marca Trevigiana compresa tra Conegliano e Valdobbiadene.

    Ora che abbiamo scoperto tutte queste curiosità, non resta che degustare un buon Prosecco, il vino italiano più venduto e famoso al mondo, capace di rendere perfetta qualunque occasione col suo aroma floreale, leggero e profumato.

    Alla salute!

    Box Prosecco doc brut + Prosecco doc extra dry

  • Che cos’è il vino ancestrale?

    Il metodo ancestrale

    Il vino ancestrale è un vino che rifermenta in bottiglia con i suoi lieviti e i suoi zuccheri senza l’eliminazione dei sedimenti. E l’antica lavorazione con la quale si produceva lo spumante, tornata in uso per rifermentare i vini in bottiglia in modo naturale e come alternativa alla produzione in autoclave o alle classica rifermentazione in bottiglia col dégorgement”. Il metodo ancestrale, noto anche come metodo pétillant-naturel o metodo gaillacois, ha origini antiche ed è stato utilizzato per produrre vini effervescenti fin dall’antichità. Questo metodo si differenzia dal metodo tradizionale di produzione dello spumante, conosciuto come metodo champenoise o metodo classico, perché non prevede una fase di dégorgement per rimuovere i depositi di lievito dalla bottiglia.

    La fermentazione del vino ancestrale avviene in modo spontaneo, grazie ai lieviti presenti naturalmente nell’uva. Dopo la fermentazione primaria, il vino viene imbottigliato ancora prima che tutto lo zucchero si sia trasformato in alcol. In questo modo, la fermentazione continua all’interno della bottiglia, creando le bollicine e conferendo al vino una leggera effervescenza. Durante questo processo di rifermentazione in bottiglia, i lieviti consumano gli zuccheri residui presenti nel vino e producono anidride carbonica, che rimane intrappolata nella bottiglia. Questo crea un’effervescenza naturale e delicata nel vino, senza l’aggiunta di zuccheri o lieviti esterni.

    Il vino ancestrale si distingue per la sua freschezza e vivacità, con un carattere frizzante che può variare da leggero a intenso. Poiché non viene effettuato il dégorgement, il vino presenta una piccola quantità di sedimento nella bottiglia. Questo conferisce al vino una maggiore complessità e profondità di gusto.

    Molti produttori artigianali stanno riscoprendo il metodo ancestrale e lo stanno utilizzando per produrre vini unici e pieni di carattere. Questa antica tecnica offre una prospettiva interessante sulla produzione del vino, mettendo in risalto la semplicità e la purezza dell’uva e dei suoi lieviti naturali.

    vino ancestrale

    Se siete appassionati di vini effervescenti e desiderate provare qualcosa di diverso dalle classiche bollicine, il vino ancestrale potrebbe essere la scelta perfetta. Con la sua fermentazione naturale in bottiglia e l’assenza di trattamenti chimici, questo vino offre un’esperienza unica e autentica.

    Da provare con piatti leggeri o come aperitivo, il vino ancestrale è una vera espressione del territorio da cui proviene. La sua lavorazione artigianale permette di apprezzarne le sfumature e i sapori genuini, senza mascherature o aggiunte artificiali.

    Il metodo ancestrale utilizzato per produrre il “vino col fondo” rappresenta una riscoperta delle antiche tradizioni vinicole e offre un’alternativa interessante alla produzione convenzionale dello spumante. Con la sua fermentazione naturale in bottiglia e l’assenza di dégorgement, questo vino si distingue per la sua freschezza e vivacità, offrendo un’esperienza unica. Non esitate a provare il vino ancestrale e a lasciarvi sorprendere dalle sue bollicine naturali e dal suo carattere frizzante.

    Perchè si chiama “vino col fondo”

    I vini ancestrali sono anche chiamati vini col fondo o sur lies (sui livieti) per la presenza dei sedimenti naturali (soprattutto lieviti) presenti nella bottiglia e volutamente non eliminati. A differenza dei vini classici, i vini ancestrali presentano un aspetto naturalmente più torbido, una maggiore complessità organolettica con un sentore di pane dato dalla presenza dei lieviti, un perlage meno marcato e generalmente dei livelli più alti di acidità e sapidità.
    Ma perché si chiamano vini col fondo? Questo termine deriva proprio dal fatto che, nel processo produttivo, i lieviti restano nella bottiglia e si depositano. Questo deposito, chiamato anche “fondo”, è costituito da cellule di lievito e da altri residui che si formano durante la fermentazione naturale del vino.

    La presenza del fondo conferisce al vino ancestrale delle caratteristiche particolari. Innanzitutto, il colore del vino può risultare più intenso e opaco rispetto ai vini tradizionali. Ciò è dovuto alla presenza dei sedimenti che possono dare al vino una tonalità giallastra o ambrata. Inoltre, i sedimenti apportano una maggiore complessità organolettica al vino. I lieviti rilasciano sostanze durante il processo di maturazione che influenzano l’aroma e il sapore del vino. Spesso si percepisce un sentore di pane o crosta di pane tostato, molto apprezzato dagli amanti del vino ancestrale.

    Un altro aspetto interessante dei vini col fondo è il perlage, ovvero la presenza di bollicine. A differenza dei vini frizzanti o spumanti, i vini ancestrali hanno un perlage meno evidente e più delicato e questo conferisce al vino una sensazione di freschezza e leggerezza. Infine, i vini col fondo sono spesso caratterizzati da livelli più alti di acidità e sapidità. Queste caratteristiche rendono il vino più fresco e vivace, ma possono richiedere un po’ di tempo per abituarsi al loro gusto particolare.

    vino metodo ancestrale

    Come si accompagna un vino ancestrale

    La particolarità di questo vino risiede nel fatto che il processo di fermentazione avviene grazie ai lieviti indigeni presenti sulla buccia dell’uva. Questo conferisce al prodotto finale un sapore unico e caratteristico, che richiama le radici della tradizione vinicola.

    Per apprezzare appieno le sfumature gustative del vino ancestrale, è importante servirlo alla temperatura corretta, tra i 6°C e gli 8°C. In questo modo si potranno percepire tutte le sfumature aromatiche e gustative che caratterizzano questa tipologia di vino. Un’altra accortezza da tenere in considerazione è quella di stappare la bottiglia con delicatezza. I lieviti ancora presenti nel vino espanderanno l’aroma contribuendo a donargli quel gusto antico e ricercato che lo contraddistingue.

    Per quanto riguarda gli abbinamenti gastronomici, il vino ancestrale si sposa alla perfezione con gli antipasti a base di formaggi e salumi. La sua freschezza e la sua complessità si integrano perfettamente con i sapori intensi e aromatici di questi piatti. Inoltre, questo tipo di vino si presta bene ad essere accompagnato anche con primi delicati, come ad esempio risotti o pasta leggera. La sua struttura e la sua acidità equilibrata si armonizzano magnificamente con queste preparazioni, creando un connubio di sapori davvero unico.

    Infine, non possiamo dimenticare i dessert. Il vino ancestrale può essere abbinato a dolci non troppo dolci, come ad esempio una crostata di frutta fresca o una mousse al limone. La sua leggera effervescenza e il suo gusto fruttato si sposano bene con i sapori freschi.

    Ricetta del Risotto al Vino Antico

    La ricetta del risotto al vino Antico è semplice ma richiede attenzione e pazienza. Per preparare questo piatto delizioso, avrete bisogno di pochi ingredienti: riso Arborio, cipolla, burro, formaggio grana padano grattugiato, brodo vegetale e naturalmente un buon vino ancestrale.

    risotto al vino antico

    Iniziate facendo soffriggere la cipolla tritata finemente in una pentola con un po’ di burro fuso. Aggiungete quindi il riso Arborio e fatelo tostare leggermente per qualche minuto, mescolando continuamente. A questo punto, versate gradualmente il vino ancestrale nella pentola, continuando a mescolare fino a quando non viene completamente assorbito dal riso.

    Una volta che il vino è stato assorbito, iniziate ad aggiungere gradualmente il brodo vegetale caldo al riso, un mestolo alla volta. Continuate a mescolare e aggiungere il brodo fino a quando il riso non è completamente cotto e ha raggiunto una consistenza cremosa.

    Infine, spegnete il fuoco e aggiungete il formaggio grana padano grattugiato al risotto. Mescolate bene per amalgamare tutti gli ingredienti e servite il vostro Risotto al Vino Antico, ben caldo.

    E’ una prelibatezza che combina la delicatezza del vino frizzante con la cremosità del risotto, è perfetto per una cena elegante o per un’occasione speciale. La sua preparazione richiede un po’ di tempo e impegno, ma il risultato sarà sicuramente apprezzato dai vostri commensali.

    Conclusioni

    Il vino ancestrale rappresenta una vera e propria scoperta per gli amanti del buon bere. Grazie al suo processo di fermentazione naturale e all’utilizzo dei lieviti indigeni regala un’esperienza sensoriale unica ed emozionante. Non resta che degustarlo nella giusta temperatura, in abbinamento ai cibi più adattie lasciarsi conquistare da questo vino che racconta la storia e la tradizione vinicola.

    anjelin vino col fondo etichetta

  • Storie Venete di Sviluppo Rurale su Jessica e le lumache

    Cos’è il PSR Veneto

    Dal sito psrveneto.it: “Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) consente l’ammodernamento delle zone rurali, il miglioramento della competitività delle imprese e la sostenibilità ambientale. Garantisce la tutela e la salvaguardia del territorio e del paesaggio rurale, per la riduzione del divario in termini di servizi e di opportunità di occupazione delle aree svantaggiate.” Sul sito sono pubblicate le news, gli eventi e le utilità, oltre le risorse e… le storie dei personaggi e del territorio.

    logo psr veneto

    Storie Venete di Sviluppo Rurale

    Una raccolta georeferenziata di casi significativi selezionati per raccontare, attraverso gli interventi e i progetti finanziati, il PSR Veneto, le sue finalità e i suoi protagonisti.

    Una storia è dedicata a Jessica Pessotto e alla Tenuta Pra’ del Oro con l’articolo “Pra’ de Oro e i frutti preziosi delle lumache”. L’articolo parla dell’allevamento di lumache, iniziato con solo 10 kg di lumache e proseguita attraverso l’osservazione, lo studio e il confronto con altri allevamenti in Italia e all’estero, fino ad arrivare alla produzione attuale certificata biologica.

    La bava di lumaca certificata biologica ottenuta viene poi lavorata e venduta all’ingrosso a produttori di cosmeticifarmaci detergenti e trova applicazione nella linea cosmetica Lumaca de oro, sempre gestita da Jessica.

    lumaca de oro

    bava di lumaca

    L’articolo è corredato da un bellissimo video su Jessica, sulla Tenuta Pra’ de Oro e sulla produzione. Leggi la storia completa.

  • Caramelle falliche al Prosecco, il Consorzio dice no

    La Sentenza del Tribunale

    Il Tribunale di Venezia ha accolto l’istanza del Consorzio del Prosecco DOC che ha chiesto di fare cessare la produzione e la distribuzione di caramelle gommose in gelatina. Perché tanto accanimento del Consorzio verso delle semplici caramelle?

    Le caramelle Prosecco Willies

    Il nome delle caramelle Prosecco Willies è un gioco di parole sulla parola “willie” che indica scherzosamente il membro maschile e la forma è inequivocabilmente fallica. Anche la pubblicità sulla scatola “Perfect for lovers of willies and Prosecco” richiama al gioco di parole.

    La produzione di articoli di stampo goliardico con figure e denominazioni poco ambigue non è una novità: sul web si trovano caramelle gommose “Gummy Kama Sutra” con le posizioni del famoso libro indiano, “Jelly Pussies” con la forma che richiama l’organo femminile, biscotti “Dunking Dikies”, per arrivare ai più comuni lecca lecca, cioccolatini e zuccherini dalle forme maschili e femminili esplicite. Ma la forma e i giochi di parole non sono il problema…

    consorzio tutela prosecco doc

    Il Consorzio e lo sfruttamento della denominazione

    L’istanza del Consorzio del Prosecco DOC contro le caramelle Prosecco Willies non riguarda la forma o i giochi di parole ma la denominazione “Prosecco”.
    Il Consorzio ha infatti giustamente contestato lo sfruttamento della denominazione e ha potuto esercitare il suo potere in quanto ente controllore a tutela della Indicazione Geografica Europea del famoso vino spumante veneto-friulano.

    La tutela della denominazione inizia nel 2019 quando il Consorzio ha deciso di proteggere la Doc Prosecco in Italia alla luce dell’introduzione della nuova normativa che consente la registrazione delle Indicazioni Geografiche (IG). In seguito l’attività del Consorzio è proseguita estendendo le aree di tutela e controllo anche agli altri settori come i cosmetici, i profumi e gli alimentari.

    Alessandra Zuccato, responsabile dell’ufficio legale del Consorzio ha comunicato che l’estensione della protezione della Denominazione a livello internazionale sta continuando e, dopo aver coperto i principali mercati, è rivolta alle nuove registrazioni nei paesi emergenti particolarmente rilevanti dal punto di vista turistico e nelle nazioni in cui la normativa sulle IG è di recente introduzione.

    Questo caso come tanti altri segnalati e risolti dal Consorzio, indicano l’ottimo livello di notorietà del Prosecco ma compromettono il valore e il lavoro di tutti coloro che partecipano alla sua filiera.

    Per approfondire le attività del Consorzio Tutela Prosecco DOC visitate il sito ufficiale.
    Durante la navigazione è ovviamente suggerita la degustazione di un ottimo Prosecco.

    Box Prosecco doc brut + Prosecco doc extra dry

  • Che tipo di prosecco per lo Spritz?

    Partito dal Veneto, lo Spritz è il cocktail alcolico a base di Aperol e Prosecco che ha conquistato l’Italia. E’ considerato l’apertivo per antonomasia ed è di diventato sinonimo di “relax dopo il lavoro”. Gli ingredienti sembrano semplici: Aperol, Prosecco e Selz. Ma per ottenere un ottimo Spritz quali caratteristiche deve avere il Prosecco? In questo articolo vediamo la storia, la ricetta e i consigli sul tipo di Prosecco per uno Spritz perfetto.

    Da dove viene il nome Spritz?

    Lo Spritz nasce nel Veneto nel diciannovesimo secolo sotto la dominazione austriaca. I soldati e i funzionari austriaci presero l’abitudine dei veneti di passare a bere un bicchiere di vino nelle osterie; tuttavia non apprezzavano l’alto grado alcolico del vino veneto e quindi chiedevano di aggiungere una spruzzata (spritzen!) di acqua gasata.

    aperol spritz

    La ricetta per un Aperol Spritz perfetto

    Cosa serve

    • Un bicchiere basso: rock, old fashioned o un calice grande da vino
    • Cubetti di ghiaccio
    • Prosecco
    • Aperol
    • Seltz (in mancanza: soda o acqua minerale frizzante)
    • Una fetta di arancia

    Preparazione

    Le proporzioni degli ingredienti variano con le versioni. Le nostre sono le seguenti:

    • 3 parti di Prosecco
    • 2 parti di Aperol
    • 1 parte di Seltz (o soda o acqua minerale frizzante)

    Si comincia versando il ghiaccio nel bicchiere, riempiendolo fino all’orlo.
    Versare il Prosecco come primo ingrediente tenendo il collo della bottiglia vicino al bicchiere, senza fare troppa schiuma. E importante versare per primo il Prosecco per ottenere un mix più uniforme.
    Aggiungere l’Aperol e infine il Selz.
    Mescolare delicatamente per non fare “sgasare” il cocktail.
    Guarnire con mezza fetta di arancia.

    Qual è il miglior prosecco per lo Spritz?

    Il Prosecco è il componente fondamentale del cocktail, l’ingrediente che determina la qualità e la il piacere della bevuta. Per un ottimo Spritz è sicuramente meglio scegliere un Prosecco con un grado zuccherino medio basso, come un Brut, con aromi fruttati, gusto secco e di alta qualità. Il Brut DOC è preferibile per la ricchezza di sfaccettature aromatiche, profumi e il retrogusto tenace.

    prosecco doc treviso brut tenuta pra de oro 3 bottiglie

     

    Lo Spritz viene servito come aperitivo e spesso è accompagnato da patatine, stuzzichini o finger food; in alternativa ad un Prosecco Brut possiamo affidarci ad un Prosecco Extra Dry DOC, quindi con un grado zuccherino leggermente superiore. In questo caso il risultato sarà leggermente più dolce e più delicato: gli aromi fruttati di alcuni prosecchi Extra Dry, si sposano molto bene con l’amaro dell’Aperol.

    prosecco-doc-treviso-extra-dry-tenuta-pra-de-oro-3-bottiglie

    Versioni alternative di Spritz

    Lo Spritz originale prevede l’Aperol, ma esistono altre versioni:

    • Spritz Campari: più amaro e più alcolico dell’originale, è realizzato con il Campari al posto dell’Aperol.
    • Spritz Cynar: una variante dolce-amara con il Cynar, sicuramente da provare
    • Spritz Select: molto più dolce rispetto all’Aperol, il Select si accompagna con una fettina di arancia e una di limone.

    Comunque si preferisca il tono finale dello Spritz, il Prosecco rimane l’ingrediente chiave per la riuscita del cocktail. Buon apertivo a tutti!

  • Quali sono le tipologie di Prosecco?

    Le tipologie del Prosecco DOC

    Oggi parliamo del famoso Prosecco Doc, una delle denominazioni più apprezzate e riconosciute nel mondo del vino italiano.

    Il Prosecco Doc è un vino frizzante prodotto principalmente nelle regioni del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. È ottenuto da uve Glera, che conferiscono al vino un caratteristico sapore fresco e fruttato e la fermentazione avviene in autoclave, che conferisce al Prosecco Doc le sue famose bollicine vivaci e persistenti.

    Una delle caratteristiche che rendono il Prosecco Doc così amato è la sua versatilità: è perfetto come aperitivo, ma si presta anche ad accompagnare piatti di pesce, formaggi leggeri, antipasti, risotti, carni bianche, secondi piatti di pesce.

    Ma non solo il gusto è importante nel mondo del Prosecco Doc. Questo vino gode di una lunga tradizione e di un rigoroso processo di produzione che garantisce la sua qualità: solo le uve provenienti da specifiche zone geografiche possono essere utilizzate per produrre il vero Prosecco Doc, garantendo così l’autenticità del prodotto.

    Apri un Prosecco e inizia la festa!

    Il suo gusto fresco e leggero lo rende ideale per le giornate estive o per celebrare momenti speciali con gli amici. Se siete amanti dei vini frizzanti e cercate un’esperienza unica, non potete perdervi il Prosecco Doc: con il suo gusto fresco, le sue bollicine vivaci e la sua lunga tradizione, questo vino saprà conquistarvi fin dal primo sorso.

    Le diverse classificazioni del Prosecco.

    Esistono diverse classificazioni del prosecco, in base a diversi parametri. Analizziamole insieme.

    Residuo zuccherino

    E’ la quantità di zucchero naturale presente nella bottiglia. E’ importante soprattutto in funzione degli abbinamenti gastronomici.

    • EXTRA BRUT: con un residuo zuccherino compreso fra gli 0 e i 6 grammi per litro è il meno dolce. E’ preferibile per gli aperitivi, per gli antipasti e per i formaggi non stagionati
    • BRUT: ha un residuo zuccherino massimo di 12 grammi per litro, che lo rende ideale per piatti a base di pesce o primi piatti
    • EXTRA DRY: con un residuo zuccherino fra i 12 e i 17 grammi per litro, il Prosecco Extra Dry risulta più amabile. L’abbinamento ideale si ha con carni bianche e pesce
    • DRY: ha un residuo zuccherino fra i 17 e i 32 grammi per litro. Le note dolci diventano predominanti e si abbina con i formaggi non troppo stagionati e con i dolci secchi
    • DEMI-SEC: il più dolce dei Prosecco, con livelli di zucchero compresi tra 32 e 50 grammi per litro. Un vino perfetto per i i dolci a fine pasto

    Il perlage (le bollicine!)

    In base al perlage abbiamo una divisione molto semplice:

    • Prosecco fermo o tranquillo: una produzione di vino prosecco fermo, limitata rispetto alle versioni con le bollicine,
    • Prosecco frizzante, caratterizzato da bolle grandi ed evanescenti
    • Prosecco spumante con bolle compatte e persistenti

    Zona di produzione

    • Prosecco DOC: il Prosecco DOC è prodotto nella zona più ampia del Veneto e presenta un gusto fresco e fruttato. È perfetto come aperitivo o da abbinare a piatti leggeri come insalate, risotti e pesce
    • Prosecco Superiore DOCG :il Prosecco Superiore DOCG proviene dalle colline di Valdobbiadene e Conegliano. Questa tipologia ha un gusto più complesso e una maggiore persistenza aromatica ed è ideale per accompagnare piatti sostanziosi con formaggi o salumi.

    Prosecco doc Treviso brut

    Il Prosecco Doc Treviso Brut è un vino frizzante prodotto nella regione del Veneto, in Italia. È ottenuto principalmente da uve Glera coltivate nei vigneti della provincia di Treviso, che conferiscono al vino un carattere unico e riconoscibile.

    Una delle caratteristiche distintive del Prosecco Doc Treviso Brut è la sua freschezza e vivacità. Le bollicine fini e persistenti regalano al palato una sensazione effervescente e piacevole. È un vino ideale da bere come aperitivo o durante un pasto leggero, grazie alla sua acidità bilanciata e al suo sapore fruttato.

    Il Prosecco Doc Treviso Brut si distingue anche per il suo colore paglierino brillante e il suo profumo floreale. Al naso si possono percepire note di mela verde, pera e fiori bianchi, che rendono l’esperienza di degustazione ancora più piacevole.

    Inoltre, questo vino frizzante ha un basso contenuto di zuccheri, rendendolo una scelta perfetta per chi segue una dieta equilibrata o desidera limitare l’assunzione di calorie.

    Se siete amanti delle bollicine fresche e vivaci, vi consiglio vivamente di provare il Prosecco Doc Treviso Brut Tenuta Pra’ de Oro. Un bicchiere di questo vino vi porterà in un viaggio sensoriale alla scoperta dei sapori e degli aromi del Veneto.

    Prosecco doc Treviso extra dry

    Questo spumante italiano è una vera delizia per il palato e si adatta perfettamente a molte occasioni.

    E’ prodotto nella regione del Veneto, famosa per i suoi vini di alta qualità. La sua denominazione “Extra Dry” indica che ha un leggero residuo di zucchero, rendendolo meno secco rispetto ad altri tipi di Prosecco. Questo lo rende perfetto per chi preferisce un gusto leggermente dolce.

    Questo vino spumante si distingue per la sua freschezza e vivacità. Al naso si possono percepire sentori di fiori bianchi e frutta fresca, mentre al palato si apprezzano note di mela verde e pesca. La sua acidità equilibrata conferisce al Prosecco Doc Treviso Extra Dry una piacevole sensazione di freschezza.

    Questa variante del Prosecco è molto versatile e può essere abbinata a molti piatti diversi. È perfetto come aperitivo o come accompagnamento a piatti leggeri, come insalate o pesce. Si abbina anche bene con formaggi freschi e delicati.

    Se state cercando un vino frizzante da servire nelle occasioni speciali o semplicemente per godervelo in compagnia degli amici, il Prosecco Doc Treviso Extra Dry Tenuta Pra’ de Oro è sicuramente una scelta vincente. La sua eleganza e il suo sapore raffinato vi conquisteranno!

    Conclusioni

    Le diverse tipologie di prosecco offrono una varietà di gusti e aromi da scoprire; che tu preferisca un prosecco fresco e fruttato o un prosecco più complesso e persistente, c’è sicuramente una tipologia adatta ai tuoi gusti. Quindi, al prossimo brindisi, ricorda di scegliere il prosecco che più si adatta all’occasione e goditi questa bevanda italiana così amata in tutto il mondo!

  • Medaglia d’oro Gilbert & Gaillard

    Un’altra medaglia d’oro per i nostri vini!

    Il comitato di degustazione Gilbert & Gaillard in data 31/05/2023 ha certificato che il vino

    Tenuta Pra’ de Oro
    Prosecco D.O.C. Treviso Brut
    2023

    di TENUTA PRA’ DE ORO ha ottenuto la

    Medaglia Gold

    all’International Challenge Gilbert & Gaillard 2023

    con la seguente descrizione:

    “Colore giallo chiaro, riflessi verdi, bollicine minuscole. Naso elegante che rivela mela golden, melone giallo, sentori primaverili. Bocca leggera di grande freschezza i cui profumi sono sublimati da una delicata e copiosa effervescenza. Cuvée riuscita.”

    Scarica il DIPLOMA

  • Siamo una fattoria didattica riconosciuta della Regione Veneto!

    Fattoria didattica riconosciuta dalla Regione Veneto

    Con Decreto n. 10 del 19 gennaio 2023, la Regione Veneto ha iscritto la Tenuta Pra de Oro nell’Elenco regionale delle Fattorie didattiche per le scuole e le famiglie.

    La fattoria didattica è definita come “una realtà in continua evoluzione che, nel suo insieme, è capace di offrire non solo una “scuola a cielo aperto”, dove i ragazzi possono svolgere percorsi didattici su diverse tematiche, dall’educazione alimentare a quella ambientale e civica, ma anche tanti luoghi belli, organizzati e in sicurezza, dove l’agricoltore/operatore didattico si prende cura dei bambini e delle loro famiglie, offrendo tempo all’aperto, gioco e movimento, esperienze ed emozioni…”

    Un giusto riconoscimento per il nostro impegno di promozione del territorio e dei prodotti della terra.

    fattoria didattica tenuta pra de oro

    Progetti

    Il nostro impegno per

    Regione_Veneto fattoria didattica

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